“Determinazione intrinseca”
Pure dal punto di vista semantico la guerra di Obama all’Is è un caos
Ogni operazione militare – non chiamatela guerra, Obama non vuole – ha bisogno di un nome. E’ un fatto di riconoscibilità operativa e di necessità di sintesi, ma c’è anche un livello semantico più pregnante, quello che ha a che fare con lo scopo e il senso dell’attacco, determinandone in qualche modo la rappresentazione pubblica. L’operazione “Enduring Freedom”, per esempio, chiariva intuitivamente fin dal nome che lo scopo dell’azione era garantire la libertà del popolo dopo il più brutale attacco terroristico della storia americana. Dopo settimane di indecisione intorno al nome da assegnare alla campagna di bombardamenti contro lo Stato islamico, il Pentagono si è risolto per “Inherent Resolve”, nome vagamente psicanalitico che immediatamente non evoca alcunché. C’è la fermezza della decisione (resolve) e la volontà interiore di farlo (inherent), ma non si capisce bene che cosa si proponga di fare e come. Non c’è il sapore cinematografico ed evocativo, non c’è un riferimento ai valori americani, non c’è un suggerimento strategico e nemmeno un aggettivo che potrebbe ragionevolmente stare sulla copertina di un libro postumo sulla vicenda. “Odyssey Dawn”, il nome dell’operazione in Libia, era abbastanza incolore, ma almeno c’erano l’alba e l’odissea, qualche accenno ispirato lo si poteva pur cavare.
“Inherent Resolve” è perfino complicato da tradurre. Google Translate propone “determinazione intrinseca”, ed è ironico che uno dei presidenti meno determinati della storia recente abbia l’onore di un accento decisionista nell’operazione che per mesi, anzi per anni, ha tentato in tutti i modi di evitare. E pure l’intrinseco, a ben vedere, non calza granché con la semantica di Obama, sempre determinato dagli eventi esterni, reattivo più che propositivo, leader del tap-in e della seconda battuta più che della prima mossa, estrinseco per vocazione al “leading from behind”. Quando il nome è stato inizialmente proposto, un funzionario del Pentagono ha detto al Wall Street Journal che era “kind of bleh”, motivazione che sarebbe stata sufficiente per scartarlo, ma ciascuno ha i nomi delle guerre – pardon, delle operazioni militari – che si merita.
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