Renzi vuole un partito a vocazione maggioritaria: "Il Pd deve allargarsi"
Il premier interviene alla Direzione del Pd. "Dobbiamo includere gente da Romano a Migliore", spiega. Le epurazioni di Grillo bollate come "imbarazzanti". E ancora: "Siamo un argine alla deriva populista".
E' iniziata la Direzione del Partito democratico in cui il premier Matteo Renzi ha inaugurato la discussione. In agenda le riforme chiave per il paese ma anche qualche riferimento agli altri partiti, primo fra tutti, il Movimento 5 stelle. "E' imbarazzante che il M5s abbia espulso chi sul palco è salito per chiedere qual è l'organigramma. Tra noi ci dovremmo espellere in continuazione", ha commentato Renzi riferendosi alla decisione di Beppe Grillo di espellere quattro esponenti del Movimento.
Il Pd però deve anche prestare attenzione alle manifestazioni di dissenso, spiega il leader dem, come quello di cui si è fatta portavoce la Fiom recentemente in occasione dell'approvazione della legge di stabilità: "A Torino abbiamo visto una sorta di rigurgito antagonista, particolarmente vivo in quella città", ha spiegato Renzi. Un dissenso che si è manifestato anche all'interno dello stesso Pd, sempre in occasione dell'approvazione della manovra e prima ancora in occasione della riforma del Senato. "Rispetto chi sulla riforma costituzionale ha fatto una battaglia diversa dalla nostra", ha spiegato Renzi, "e nessuno espellerà chi ha fatto una battaglia onesta in Senato, ma dobbiamo darci regole serie sul voto di fiducia". Poi il riferimento diretto a Pippo Civati: "Pippo ha fatto tutta la battaglia delle primarie dopo non aver dato la fiducia al governo di Enrico. E' una discussione che va tenuta aperta. Ma questo non può diventare un comitato elettorale o un club di anarchici e liberi pensatori", ha chiosato il premier.
"Partendo dal presupposto che questa legislatura arriverà al 2018 e avrà importanti compiti davanti, impegni costituzionali che dovrà svolgere - se matureranno - per il capo dello stato, dovremo riflettere", spiega Renzi. "Questo Parlamento da 18 mesi è bloccato, messo in difficoltà da un blocco che continua a dire di no a tutto". La svolta, ha spiegato Renzi, deve arrivare prima di tutto dalla riforma della legge elettorale, ha detto Renzi, una riforma che deve indicare un vincitore certo, perché, ha aggiunto, "non c'è mai stata una legge elettorale che rendesse chiaro chi fosse il vincitore, né con il Mattarellum né con il Porcellum".
La priorità del Pd, quindi, è "definire cosa significa essere di sinistra nel 2014 e nel 2015. Se dovessi dire una parola sarebbe 'opportunità', contro gli opportunismi e le rendite. Certo, senza lasciare indietro nessuno nella logica dell'uguaglianza, non dell'egualitarismo". Questa la parola chiave lanciata da Matteo Renzi, aprendo i lavori della direzione del Pd. "La sinistra è una sinistra delle opportunità, delle pari opportunità per tutti, dai più giovani ai più anziani". Renzi ha parlato di "un partito che tiene
insieme esponenti di diversa tradizione politica. "Da Andrea Romano a Gennaro Migliore", ha spiegato il premier, con una "vocazione maggioritaria di cui abbiamo discusso". Una vocazione ad allragarsi che è anche argine contro l'estremismo e il populismo, ha spiegato Renzi: "Se non ci siamo noi l'alternativa è la piazza, talvolta xenofoba, oppure il populismo; se non ci siamo noi c'è la vittoria di un fenomeno demagogico e populista. Questa comunità che ha preso il 41 per cento oggi è l'unica speranza perché l'Italia esca dalla palude".
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