Il garantismo di Francesco
Le giuste parole del Papa contro ergastolo e carcerazione preventiva
E’ un Papa Francesco iper garantista, quello che ha parlato ieri ai giuristi dell’Associazione penale internazionale. Un discorso dai toni giovanpaolini contro il sovraffollamento delle carceri, la pena di morte, l’ergastolo e la detenzione preventiva. “Tutti i cristiani e gli uomini di buona volontà sono chiamati a lottare per migliorare le condizioni carcerarie”, ha detto Bergoglio, lamentando come il sistema penale si sia esteso “sul terreno delle libertà e dei diritti delle persone” senza efficacia, e come non si parli più di pene alternative al carcere.
Duro anche il passaggio sulla carcerazione preventiva, definita “forma contemporanea di pena illecita occulta”. Nel discorso il Pontefice non si riferiva alla sola situazione italiana, naturalmente, ma le sue parole non si possono non leggere in continuità con quelle dell’appello del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano alle Camere nell’ottobre di un anno fa e ai numerosi e sempre più frequenti richiami che a livello internazionale vengono fatti al governo italiano. La questione delle carceri, come noto, è un’appendice del più ampio problema della mancata riforma della giustizia. Resteranno inascoltate anche le parole del Papa?
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