Passeggiate romane
La sinistra in cerca di leader e la clausola di Napolitano sul voto
Dipende dai sondaggi. Alle elezioni, per ora, nessuno crede troppo. L’opposizione interna al Pd fa filtrare questa voce per mettere in fibrillazione la maggioranza e dare l’immagine di un premier più debole di quanto appaia. Berlusconi è l’unico a temerle.
Dipende dai sondaggi. Alle elezioni, per ora, nessuno crede troppo. L’opposizione interna al Pd fa filtrare questa voce per mettere in fibrillazione la maggioranza e dare l’immagine di un premier più debole di quanto appaia. Berlusconi è l’unico a temerle, benché il premier gli abbia giurato che il suo obiettivo non sono le urne. Gli unici a volerle sono alcuni pasdaran renziani, che ritengono che occorra sfruttare adesso la popolarità. Ma il “capo” è di diverso avviso. Anche se si è lasciato sfuggire un ragionamento di questo tipo con i suoi più fidati collaboratori: solo se vedessi l’inizio di un trend negativo nei sondaggi potrei riconsiderare la situazione.
Non nel 2015. Eppure in molti continuano a non fidarsi delle assicurazioni. E tutti si stanno attrezzando non si sa mai si scivoli verso elezioni anzitempo. Non in primavera del 2015 – nessuno ritiene che ci siano i tempi per arrivare a quella data e perché gira voce che Napolitano ha posto una condizione capestro su questo punto. Ossia quella delle sue dimissioni. E se il presidente si dimetterà, occorrerà pensare prima a quelle elezioni che alle politiche.
La condizione. Tutti si attrezzano. Compresa la sinistra. La scissione del Pd negata da tutti non è esclusa in caso di voto anticipato. E quindi c’è un altro pezzo di sinistra che è interessato ad aprire un discorso con Sel. E poi c’è il mondo della società civile e del sindacato che gravitano in quell’area. Dai firmatari di rango degli appelli del Fatto (come Rodotà) al leader della Fiom Maurizio Landini.
[**Video_box_2**]Chi guida? Ma c’è un problema per questa sinistra che vorrebbe costruire una casa per andare alle elezioni senza dover mettersi con il Pd: trovare un leader. I test fatti finora non sono andati bene. Vendola è fuori dal giro. Dentro Sel non emerge una figura che possa convincere. Nella minoranza Pd la storia è la stessa. Alla fine non resterebbe che Cuperlo. Non che si vogliano ora attribuire tentazioni scissionistiche all’ex competitor di Renzi ma al momento è lui il volto più credibile dell’anti renzismo. Stefano Fassina viene giudicato troppo schiacciato sulla linea della Cgil. Bersani ha già dato. E poi chi crederebbe che un uomo come lui potrebbe uscire dalla ditta? Perciò si fa sempre più spesso il nome di Landini, benché il segretario Fiom continui a dire di avere altri progetti che non riguardano la politica. Ma sondaggi riservati fatti finora rivelano che anche il leader sindacale non riesce a convincere l’elettorato di sinistra. La sua candidatura potrebbe spaccare Sel e lasciare a casa parte dei voti di quegli elettori del Pd che pure non amano Renzi. Perciò si continua a lavorare: AAA leader cercasi.
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