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Grasso salutare

Redazione

Dagli anni Ottanta il dipartimento dell’Agricoltura americano combatte una guerra totale contro i grassi, con particolare ferocia contro quelli saturi. Sono state scritte diete, linee guida, indicazioni per scuole e istituzioni intimando di diminuire drasticamente la quantità di grassi nei piatti per ridurre malattie e obesità.

Dagli anni Ottanta il dipartimento dell’Agricoltura americano combatte una guerra totale contro i grassi, con particolare ferocia contro quelli saturi. Sono state scritte diete, linee guida, indicazioni per scuole e istituzioni intimando di diminuire drasticamente la quantità di grassi nei piatti per ridurre malattie e obesità. Alcuni sindaci come Michael Bloomberg ne hanno fatto una battaglia politica; Michelle Obama ha legato la guerra ai grassi alla coscienza civile della nazione, partecipando attivamente alla stesure delle indicazioni per le mense scolastiche del 2012, che impongono un regime povero di grassi. Negli ultimi tempi, però, i nutrizionisti americani più autorevoli hanno riesaminato criticamente il dogma low-fat, considerando che i dati degli ultimi tre decenni non denotano un miglioramento della salute dei cittadini né la diminuzione dell’obesità. Al contrario, si registra un aumento dell’incidenza dei tumori associata all’uso eccessivo di oli vegetali suggeriti in alternativa agli odiati grassi presenti nella carne rossa o nel burro. “Una dieta povera di grassi probabilmente non è una grande idea” ha detto Alice Lichtenstein, nutrizionista della Tufts University, e lo stesso pensano molti altri suoi autorevoli colleghi.

 

La sorpresa è che a pensarla così è anche lo stesso dipartimento dell’Agricoltura, che negli ultimi dieci anni ha progressivamente emendato il linguaggio ufficiale sui grassi, ma ha fatto in modo di farlo sapere in giro il meno possibile. Il paradosso, dunque, è che dalla Casa Bianca in giù c’è un mondo che si batte per una battaglia che è stata silenziosamente disconosciuta da quelli che l’avevano originariamente intentata. Contraddirsi dopo tanti anni di lotte non è facile e ormai la pervasiva propaganda antigrassi è entrata nei supermercati, nei templi del culto biologico, nella testa degli opinion maker, ha plasmato la mentalità degli americani che ora percepiscono il burro e i grassi saturi come espressioni del male assoluto. Superata una certa soglia, estirpare i pregiudizi è quasi impossibile e il dipartimento dell’Agricoltura continua a modificare i precetti antigrassi senza farsi notare, lasciando che quelli che non si sono accorti di nulla continuino nella lotta.

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