A Bruxelles è scontro tra Juncker e Renzi. "Il premier italiano ci rispetti"
Il presidente della Commissione critica le accuse rivolte dal primo ministro sulla rigidità delle istituzioni. "Noi burocrati? Se lo fossimo davvero il giudizio sui conti italiani sarebbe stato diverso".
"Devo dire al mio caro amico Renzi che io non sono il presidente di una banda di burocrati. Io sono il presidente della Commissione europea, che è una istituzione europea. Quindi invito tutti i primi ministri a rispettare la mia istituzione perché non siamo meno legittimati rispetto ad altri''. Lo ha detto il neo presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, intervenendo alla conferenza dei presidenti al Parlamento europeo dedicata all'esito dell'ultimo vertice Ue dei capi di Stato e di governo e rispondendo aun'esplicita domanda rivolta dal capogruppo del Ppe al Parlamento europeo, Manfred Weber.
Juncker si è lamentato delle critiche di alcuni premier al termine del vertice, fra cui lo stesso Renzi e il britannico David Cameron. "Non mi è piaciuto - ha aggiunto - il modo in cui si sono comportati alcuni primi ministri dopo il summit. Credevo che il Consiglio europeo fosse stato creato per risolvere problemi, non per amplificarli", ha aggiunto il presidente.
In ogni caso, ha continuato Juncker, se la Commissione avesse seguito i burocratici "il giudizio sul bilancio italiano sarebbe stato molto diverso". Renzi aveva criticato l'istituzione europea, avvisando che se avesse dato prova di rigidità sul progetto di bilancio 2015 dell'Italia avrebbe pubblicato i conti sui costi dei "palazzi" Ue. Nel corso dell'audizione ristretta all'Europarlamento, Juncker ha detto anche di aver "preso degli appunto e quando confronto ciò che si è detto in sala (nel corso del Vertice Ue, ndr) e ciò che si dice all'esterno non c'è coincidenza". Riferendosi alle dichiarazioni di Renzi, Juncker ha detto che si tratta di "critiche superficiali". Del britannico Cameron, anche lui schieratosi su una linea critica nei confronti di Bruxelles, Juncker ha criticato il modo in cui il premier ha presentato all'opinione pubblica nazionale l'obbligo di aumentare il contributo di Londra al bilancio Ue dovuto al miglioramento del pil.
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