Sostenitori del partito spagnolo Podemos

Nella Spagna degli scandali politici va forte il grillino “Pablemos”

Redazione

E’ solo un sondaggio, continuano a ripetersi a Madrid, andiamoci cauti con il panico. Ma se i numeri di Metroscopia pubblicati domenica dal País fossero veri sarebbe un disastro, in Spagna non si parla d’altro.

Roma. E’ solo un sondaggio, continuano a ripetersi a Madrid, andiamoci cauti con il panico. Ma se i numeri di Metroscopia pubblicati domenica dal País fossero veri sarebbe un disastro, in Spagna non si parla d’altro. La domanda era: chi voteresti se domani ci fossero le elezioni?, e i risultati sono sconvolgenti. Se fino a ottobre popolari e socialisti erano appaiati intorno al 30 per cento dei consensi, con i popolari del premier Mariano Rajoy sempre un po’ in vantaggio, i numeri di novembre dicono che entrambi i partiti sono crollati. Socialisti al 26 per cento, popolari al 20, uno dei loro minimi storici. I socialisti superano i popolari, e questa è una notizia. Ma la vera umiliazione è che i due grandi campioni del bipolarismo iberico, che dalla nascita della democrazia si contendono la stragrande maggioranza dei voti, se si votasse oggi secondo Metroscopia sarebbero il secondo e il terzo partito. Il primo, con un consenso del 27 per cento e una crescita di 14 punti percentuali in poche settimane, è Podemos, un movimento nato dieci mesi fa.

 

Pablo Iglesias, il leader di Podemos, non porta la camicia bianca della nuova generazione di leader europei. Pizzetto, coda di cavallo sempre un po’ unticcia e un set di camicie improbabili, Iglesias ha fondato Podemos a gennaio. Anticorruzione e antisistema, con un programma economico (salario minimo universale e riduzione delle ore di lavoro, aumento delle pensioni e riduzione dell’età pensionabile) che è più che altro una lista dei sogni e che per ammissione dello stesso Iglesias è stato arrabattato in tutta fretta senza pensare alle coperture, Podemos, come il Movimento 5 stelle in Italia, intercetta i voti degli arrabbiati. Iglesias è un personaggio televisivo (di medio livello, ma è diventato famoso come ospite dei talk-show), chiama i politici “casta” e fonda le fortune del partito sul suo carisma, tanto che i maligni chiamano il movimento “Pablemos”. Podemos è stato la sorpresa delle ultime europee, con l’8 per cento di voti e 5 eurodeputati. Cosa diversa è il boom di domenica, che non è merito tanto di Iglesias, quanto del mese nero della politica spagnola.

 

[**Video_box_2**]Il fatto è che in Spagna, a ottobre, non è passato un giorno senza che scoppiasse un nuovo scandalo. Non è un modo di dire. Il giornalista del Mundo Gonzalo Suárez li ha messi tutti in fila, tra casi di corruzione e mazzette e peculato, e li ha montati su un calendario. Le caselle dei giorni erano tutte piene, per alcuni non c’era spazio sufficiente. Ci sono grossi scandali finanziari, come quello delle “tarjetas black”, le carte di credito ombra che 86 dirigenti della Caja Madrid hanno usato per spendere allegramente oltre 15 milioni di euro, strascichi di alcuni scandali dei mesi scorsi, come quello dell’ex presidente della Generalitat catalana Jordi Pujol, accusato con mezza famiglia di corruzione (ha confessato), o fatti isolati, come la frode fiscale di Leo Messi. Ma lo scandalo che ha provocato il crollo è arrivato la settimana scorsa, si chiama “operación Púnica” e gli stessi spagnoli l’hanno paragonato a Tangentopoli: 51 politici spagnoli, quasi tutti popolari, accusati di corruzione, 37 arrestati, compresi alcuni sindaci e pezzi grossi come Francisco Granados, ex boss del Partito popolare a Madrid. Secondo le accuse gestivano un grosso sistema di appalti, prendevano un 3 per cento per ogni contratto firmato e i loro affari erano arrivati a 250 milioni di euro. Gli arresti sono continuati per giorni, la situazione era così esasperante che Rajoy ha chiesto scusa in Parlamento. I socialisti, con il loro nuovo segretario Pedro Sánchez, lo hanno attaccato, ma anche loro hanno la loro dose di scandali. I risultati del sondaggio di Metroscopia sono la risposta emotiva a questo mese terribile, e Podemos è destinato a sgonfiarsi. Ma la crisi politica a Madrid, e la crisi del bipolarismo spagnolo, sono appena iniziate.

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