Morgan, Victoria Cabello, Mika e Fedez

Squadra che vince si cambia, per vincere meglio. “X Factor” oggi fa così

Redazione

Da parecchi anni nella tv italiana si assiste al fiacco ripetersi stagione dopo stagione di ciò che l’anno prima ha funzionato in termini di pubblico e pubblicità. Si rischia raramente di osare qualcosa di nuovo, si mantiene lo stesso livello qualitativo e si munge la mucca degli ascolti finché c’è il latte dello share.

Roma. Da parecchi anni nella tv italiana si assiste al fiacco ripetersi stagione dopo stagione di ciò che l’anno prima ha funzionato in termini di pubblico e pubblicità. Si rischia raramente di osare qualcosa di nuovo, si mantiene lo stesso livello qualitativo e si munge la mucca degli ascolti finché c’è il latte dello share. Poi, però, ci si lamenta che i giovani non guardano più la televisione, signora mia, e stanno tutto il giorno sull’internet. “X Factor”, il talent show di Sky Uno che scopre nuove voci da lanciare sul mercato discografico italiano, funziona. Da anni. Giunto all’ottava edizione, il programma che in passato ha consacrato Marco Mengoni e Chiara Galiazzo ha provato ad alzare l’asticella. Innanzitutto cambiando due giudici su quattro, e sostituendo la più nazional-popolare Simona Ventura con la meno mainstream ma più ferrata musicalmente Victoria Cabello, e il più rodato Elio con il più giovane Fedez, rapper milanese che ha stupito molti critici a priori del genere hip hop per preparazione, ritmo televisivo, intelligenza e occhio imprenditoriale: non a caso Fedez ha una sua etichetta discografica, e pur non essendo mai brutale nei suoi giudizi sui concorrenti fa capire in due parole chi per lui può avere un futuro, anche al di là di un successo a “X Factor” (la scorsa settimana ha detto a Vivian, l’italoamericana bravissima a rappare, che sulla scena hip hop italiana manca una voce femminile, e quindi quella su di lei può essere una scommessa vincente).

 

Non solo nuovi giudici (anche se l’immortale Morgan resta insuperabile nella sua follia, capacità istrionica e mostruosa conoscenza della musica, e la conferma di Mika dà un respiro internazionale che a tante produzioni televisive italiane manca), ma anche una nuova tipologia di concorrenti: a molti telespettatori non è andata giù l’esclusione durante le selezioni di Cecco e Cipo, duo toscano surreale e simpatico, e lo hanno fatto sapere sui social network (dove “X Factor” risulta essere il programma televisivo più commentato, superando di gran lunga altre trasmissioni dei canali in chiaro). Anche dietro a questa scelta, però, sembra esserci il tentativo di alzare il livello: niente personaggi che “funzionano” per la durata del programma e basta, più concorrenti “credibili” (per riprendere un termine spesso utilizzato dai giudici) sul mercato. Manca anche il fenomeno in stile Chiara, la cantante che vinse la sesta edizione di “X Factor” dando l’idea di essere imbattibile fin dalle selezioni, e questo dà più senso alla sfida. Anche la scelta delle canzoni strizza meno l’occhio al pop, al già sentito, ma spazia tra generi e canzoni meno conosciuti al grande pubblico (con qualche inevitabile caduta).

 

[**Video_box_2**]Gli ascolti per ora premiano questo esperimento: share che sfiora il 5 per cento, 66 per cento di spettatori in più rispetto allo scorso anno e un aumento esponenziale di spettatori giovani. La puntata di questa sera sarà una celebrazione dei 40 anni della disco-music e della “Club Culture”. Le performance, curate da Luca Tommassini, “ospiteranno” opere di Roy Lichtenstein, Keith Haring, David LaChapelle, Tano Festa e Lucio Fontana. Non è vero che i giovani non guardano più la tv. La guardano se c’è qualcosa di bello da vedere.

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