Gli Stati Uniti non confermano il ferimento di al Baghdadi
Il califfo, secondo il ministro dell'Interno iracheno sarebbe stato colpito nei bombardamenti della coalizione. Intanto si combatte per il controllo della più grande raffineria petrolifera dell'Iraq.
Il maggiore del Comando centrale dell'esercito degli Stati Uniti, Curtis Kellog, ha detto che non esiste alcun elemento per confermare il supposto ferimento del califfo dello Stato islamico, Abu Bakr al Baghdadi, nel corso dei raid della coalizione internazionale. La notizia, circolata sabato, riportava che i bombardamenti avevano colpito il capo dei jihadisti, forse nella città di Mosul. "Non possiamo confermare che Baghdadi fosse presente quando abbiamo bombardato un convoglio vicino Mosul venerdì notte", ha affermato il maggiore Kellog. Secondo l'ufficiale, la coalizione ha condotto due raid vicino al Qaim quel giorno, colpendo un mezzo blindato dello Stato islamico e due checkpoint. Altri testimoni parlano di un raid che ha colpito un'abitazione nel villaggio di Rumanna, ad al Qaim, nei pressi del confine tra Iraq e Siria.
La notizia del ferimento di Baghdadi, confermata anche dal ministro dell'Interno iracheno, è cominciata a circolare dalle informazioni date da alcuni account Twitter di membri dello Stato islamico. Tuttavia, altri jihadisti attivi sui social network hanno negato tutto. Altre notizie contraddittorie sulle condizioni del califfo sono state diffuse da membri delle forze di sicurezza irachene della provincia di Anbar.
Nel frattempo, l'esercito iracheno continua a combattere per il controllo della città settentrionale di Baiji, nel tentativo di rompere l'assedio dello Stato islamico alla più grande raffineria petrolifera del paese. Un colonnello iracheno ha riferito a Reuters che gli scontri per il controllo dello stabilimento sono ancora in corso, con i jihadisti che hanno minato le strade che conducono al centro cittadino di Baiji, una città di circa 200 mila abitanti.
Il Foglio sportivo - in corpore sano