Ucraina, Kiev denuncia una nuova offensiva dei separatisti nell'est
Colonne di mezzi blindati senza targa avvistati dall'Osce nel Donbass, nei pressi di Donetsk e Lugansk.
Il fine settimana appena trascorso è stato teatro degli scontri più intensi tra l'esercito di Kiev e i separatisti filorussi dal giorno della firma del cessate il fuoco tra Ucraina e Russia dello scorso 5 settembre a Minsk. I combattimenti, di fatto mai interrotti nemmeno dopo l'accordo raggiunto in Bielorussia tra Vladimir Putin e Petro Poroshenko, hanno vissuto un'escalation dopo appena una settimana dalle elezioni indette nella regione orientale del paese e organizzate dai dirigenti delle "Repubbliche popolari" di Donetsk e Lugansk. Il voto non è stato riconosciuto dalla comunità internazionale, tranne ovviamente, la Russia.
Proprio in questi giorni, secondo il governo ucraino, i ribelli separatisti hanno ricevuto massicci aiuti da Mosca con colonne di carriarmati e mezzi blindati che hanno ripreso a circolare per le strade del Donbass. In totale, una dozzina di camion che trasportavano pezzi d'artiglieria sono stati avvistati nei pressi di Donetsk e Lugansk. Anche gli osservatori dell'Osce hanno confermato di aver avvistato colonne di blindati, senza tuttavia riuscire a specificare la nazionalità di appartenenza. I mezzi che hanno fatto ingresso in territorio ucraino, secondo testimoni citati dal francese Le Monde, sono tutti senza targa e trasportano armi opportunamente imballate. Anche i reporter di Associated Press hanno avvistato (e fotografato) colonne di blindati.
[**Video_box_2**]Sul fronte diplomatico, tuttavia, la Russia aveva ammorbidito la propria posizione. Dopo l'accordo sul gas raggiunto con il governo di Kiev, il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, aveva affermato che il Cremlino non "riconosceva", bensì "rispettava" le elezioni nelle regioni orientali dell'Ucraina. Dopo l'incontro con il suo omologo americano, John Kerry, Lavrov aveva aggiunto che un coinvolgimento di Washington nel dialogo di pace tra i due paesi sarebbe stato "un passo nella giusta direzione".
Ora, invece, il processo di distensione inaugurato a Minsk è stato definito dal presidente ucraino "uno zombi" e il governo di Kiev ha congelato i 2,6 miliardi di aiuti finanziari (salari e pensioni da versare) inizialmente diretti al Donbass mentre la Nato, già da venerdì scorso, parla di un aumento delle truppe e dei mezzi russi al confine con l'Ucraina.
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