Matteo Renzi (foto LaPresse)

Votare, oh oh

Redazione

Perché ha una sua seria cittadinanza il partito del voto anticipato

I collaboratori del presidente del Consiglio dicono che non è vero nulla, che Renzi non ha alcuna ragione razionale per andare a votare e che questa legislatura durerà e arriverà alla fine dei mille giorni. La velina di Palazzo Chigi è questa, e il cronista deve registrare. Ma non si può non registrare oggi che tutti, nel Pd, fuori dal Pd, in Forza Italia, fuori da Forza Italia, in Ncd, fuori da Ncd si stanno comportando come se il voto anticipato non fosse solo una minaccia un po’ coatta mostrata dal presidente del Consiglio per fare il bullo e costringere il Parlamento a seguire il suo ritmo. Ma si stanno comportando come se fosse qualcosa di più. Come se il senso della politica renziana fosse arrivare al 25 aprile 2015. E così la fretta sulla legge elettorale diventa fretta di avere una legge per andare a votare. E così la partita sul dopo Napolitano diventa una partita su quale potrebbe essere un presidente che permetterebbe a Renzi di farlo votare rapidamente. E così la partita sulle soglie dell’Italicum diventa una partita per lasciare a una possibile nuova sinistra lo spazio per separarsi dal Pd in caso di voto anticipato.

 

E così anche la legge di stabilità diventa il terreno sul quale Renzi starebbe costruendo il consenso necessario per coprirsi le spalle e andare a votare. Il partito del voto, sia di chi lo promuove sia di chi lo subisce, cresce ogni giorno ed è nostro dovere registrarlo. Ma la vera ragione per cui ha una sua cittadinanza l’ipotesi delle elezioni primaverili è legata a un fattore preciso. Non retroscenistico ma numerico: l’economia. E qui la formula è matematica: più l’economia andrà male, più Renzi non potrà permettersi di farsi rottamare dal prodotto interno gufo. E il Giappone, da questo punto di vista, potrebbe essere per il governo Leopolda un esempio perfetto di quello che succede quando un presidente del Consiglio promette di risollevare un’economia senza poi riuscirci davvero.

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