Mafia, blitz dei Ros contro il clan dei Messina Denaro: 16 arresti
Gli arresti sono stati eseguiti su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Palermo.
Sedici arresti sono stati eseguiti dai carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Trapani nei confronti di presunti affiliati al clan del superlatitante di Castelvetrano Matteo Messina Denaro. Gli arresti sono stati eseguiti su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Palermo. Tra i reati contestati associazione mafiosa, rapina ed estorsione. Le indagini della Dda confermano il ruolo di vertice di Messina Denaro in provincia di Trapani.
L'operazione dei carabinieri, denominata 'Eden 2', ha accertato anche i "collegamenti funzionali a progetti criminali comuni" tra il clan Messina Denaro e le famiglie palermitane. Legami sarebbero emersi in particolare con la famiglia di Brancaccio, facente capo ai fratelli Graviano, entrambi in carcere. I dettagli del blitz verranno illustrati nel corso di una conferenza stampa, fissata per le 11, presso gli uffici della procura distrettuale antimafia di Palermo.
[**Video_box_2**]In mattinata inoltre la Dia di Palermo ha sequestrato beni mobili e immobili, quote societarie e rapporti bancari riconducibili ai fratelli Francesco e Giancarlo Raspanti, fratelli, imprenditori palermitani ritenuti contigui alla mafia, per un valore di circa 17 milioni di euro. I due sono indicati dalla Dia come collettori degli interessi della famiglia mafiosa di Bagheria nella gestione del movimento terra ed attività edili correlate, anche con riguardo ai lavori del "passante ferroviario" di Palermo e a lavori per una chiesa e per un parcheggio appaltati dal Comune di Bagheria. Il padre, Antonino Raspanti, fin dagli anni '50 era considerato elemento di spicco di Cosa Nostra. Nel giugno del 2014, Francesco Raspanti era stato fermato nell'ambito di un'indagine che ha portato all'arresto di trenta esponenti del clan di Bagheria. L'uomo, accusato di estorsione aggravata, è tuttora agli arresti domiciliari. Il sequestro, disposto dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale ha riguardato l'impresa individuale "Raspanti Francesco", con sede a Trabia, la "Centro edile scavi spa", ora in fallimento, la "Pedone Annarita", il 95 per cento delle quote della società "Nuovo gelato in srl" e la Rebuc srl" tutte di Bagheria.
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