Alberto Stasi (foto LaPresse)

Omicidio Garlasco bis: chiesti 30 anni di carcere per Alberto Stasi

Redazione

Secondo il pg sarebbe stato il ragazzo a uccidere Chiara Poggi. Nuove prove.

Trent'anni di reclusione per Alberto Stasi. È questa la richiesta del pg di Milano Laura Barbaini nel processo d'appello bis per l'omicidio di Chiara Poggi, al tempo fidanzata dell'imputato, uccisa nella sua villetta di via Pascoli a Garlasco (Pavia) il 13 agosto 2007. L'accusa mossa al ragazzo è quella di omicidio intenzionale "aggravato dalla crudeltà".

 

[**Video_box_2**]Il pg ha portato nuove prove a carico di Stasi - il ragazzo era stato assolto sia in primo grado che in appello, ma la Cassazione annullò la sentenza disponendo un nuovo processo - nella requisitoria al termine della quale ha chiesto di condannarlo a 30 anni di carcere: "Si lavò le mani sporche di sangue dopo avere ucciso Chiara Poggi", ha detto il procuratore generale mostrando una fotografia agli atti dell'inchiesta. In questa immagine si vedono le impronte di 4 dita insanguinate (escluso il pollice) sulla spalla sinistra della maglia del pigiama rosa indossato dalla ragazza al momento del delitto. Quattro impronte di cui non si è trovata la 'firma' per un errore degli investigatori che girarono il cadavere, facendo cosi' imbrattare tutto il pigiama di sangue ed eliminando i nitidi segni delle dita visibili nella foto.

 

Barbaini ha inoltre chiesto di focalizzare l'attenzione anche sulla presenza di impronte di Stasi miste al sangue di Chiara sul dispenser nel bagno della villetta di via Pascoli dove la ragazza venne assassinata. Il gup di Vigevano Stefano Vitelli, che aveva assolto Stasi in primo grado, aveva sostenuto che queste impronte di Stasi miste al dna di Chiara potevano non avere un significato perché non era dimostrato che il killer avesse avuto le mani sporche di sangue e se le fosse poi lavate. Ora invece il pg sostiene che, alla luce della foto, si possa avere la certezza che l'assassino si lavò le mani e se le pulì proprio nella villetta di via Pascoli, come dimostrato da un'impronta di una scarpa accanto alla porta del bagno. "Poiché l'unica persona che si é dimostrato essere entrata nel bagnetto è proprio Stasi, per la presenza delle sue impronte miste a sangue di Chiara, il killer della ragazza sarebbe stato quindi l'imputato", ha sottolineato il pg.

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