Sacco a pelo Faraone
Un sottosegretario all’Istruzione e il romanticismo da occupazione.
In un accesso di entusiasmo degno di miglior causa, il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone – classe 1975, Pd – ha scritto due giorni fa sulla Stampa che le occupazioni scolastiche sono “esperienze di grande partecipazione democratica che ricordo con piacere”, e che sono “in alcuni casi più formative di ore passate in classe”, con quelle lezioni pallosissime, “ragazzi seduti e cattedra di fronte”. Saranno contenti e lusingati professori e presidi, che in questo scorcio prenatalizio, come sempre accade da alcune decine di anni, sono alle prese con le occupazioni e le autogestioni più astruse e pretestuose, spesso condite da seri vandalismi.
[**Video_box_2**]L’idea è la solita: si chiede di studiare meglio e intanto non si studia affatto (ed è come il morbillo. Passa tutto, in genere, con la fine del quadrimestre). Ma il bello deve ancora venire: “Io ho maturato la mia voglia di fare politica, proprio durante un’occupazione”, rievoca nostalgico il sottosegretario, e non si stenta a crederlo. Poi aggiunge, certamente pensando a se stesso, che “anche in quei contesti si seleziona la classe dirigente”. Come no, è storia nota: primi con il megafono, primi nella vita. Per non parlare, cari genitori, di “quanto valgono poi, le notti passate a dormire in istituto”. Anche i fanciulli più poveri, ricorda il sottosegretario Faraone, che mai avevano sperimentato il campeggio, nella scuola occupata potevano scoprire l’ebbrezza del sacco a pelo. Senza contare ciò che negli stessi sacchi a pelo succede e succedeva, con tutti quei ragazzi e quelle ragazze che così “hanno trovato la propria anima gemella”. Che dire? Nelle occupazioni giravano (forse girano ancora oggi) pure parecchie canne. Magari è anche così che si è selezionata la nuova classe dirigente.
Il Foglio sportivo - in corpore sano