Il buonumore di Assad
Il rais siriano irride Hollande e vuole più amicizia dagli americani.
Ieri il presidente siriano Bashar el Assad ha dato un’intervista a Paris Match in cui comincia a vedere il traguardo della sua strategia politica: trasformare la rivoluzione contro il suo governo in un’operazione internazionale contro il terrorismo. Assad tra poco volerà a Mosca per incontrare il presidente russo Vladimir Putin e ostenta una nuova, feroce sicurezza. All’intervistatore francese che gli chiede dei suoi rapporti con François Hollande, risponde di non conoscerlo di persona, ma di non avere preclusioni benché egli gli sia molto ostile. I francesi farebbero bene a capire che la questione principale è la lotta ai terroristi dello Stato islamico, dice Assad, “che in Francia hanno lo stesso indice di popolarità molto basso del vostro presidente”.
Il governo siriano è uscito indenne all’ultimo minuto da una crisi internazionale poco più di un anno fa, quando per pochi giorni sembrò che l’Amministrazione Obama intendesse dare seguito alla sua minaccia sulla “linea rossa” delle armi chimiche da non oltrepassare. Oggi, dopo sconvolgimenti spettacolari – città intere che cadono sotto il controllo degli eredi di Abu Musab al Zarqawi, il decapitatore ucciso in Iraq nel 2006 – Assad sa che c’è voglia di un patteggiamento pragmatico per lasciare lui al potere e intanto pensare alla minaccia più grave. Sa anche però che non c’è alcuna voglia di compromettersi con lui. L’ex segretario americano alla Difesa, Chuck Hagel, è stato licenziato dall’incarico proprio perché chiedeva di risolvere quest’ambiguità. Intanto, Assad si sente il vento nelle vele e deride Hollande, che ha mandato i suoi aerei a bombardare uno dei nemici del rais siriano.
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