Temprati dall'austerità
Secondo i dati, i giovani inglesi non sono mai stati tanto “civilised”.
Crescere nell’austerità ti rende forte e sobrio e disciplinato. Non hai tempo per lagnarti della discriminazione generazionale, i vecchi stanno bene e i giovani pagano, ti lasci lo scontro alle spalle perché ci sei nato in mezzo, non sai bene che cosa voglia dire il contrario, e allora perché lamentarsi? Crescere nell’austerità ti rende attento, responsabile, acculturato.
“Civilised”, dicono gli inglesi: uno studio dell’Ufficio statistico britannico mostra che i ragazzi britannici sono sì preoccupati e in ansia per il loro futuro (e tantissimo per la loro salute), ma hanno imparato a godersi persino l’austerità – che il cancelliere dello Scacchiere Osborne vuole permanente, il thatcherismo dedicato al riscatto della middle class, nel Regno Unito, brilla sempre di una luce che altrove in Europa non c’è. Meno discoteche e più musei, più parchi, più concerti, più gallerie, ma senza esagerare perché il tempo libero non è tanto: i ragazzi tra i 16 e i 24 anni studiano di più, stanno più attenti a quel che mangiano e bevono, si concentrano molto di più sugli obiettivi e sulle chance di studio e lavoro che vengono loro offerti. Sono diventati più conservatori, bevono meno degli anziani (ma fanno anche meno sesso di chi è stato ragazzo prima di loro), sono sobri, non buttano via né il tempo né i soldi e “l’impegno culturale” è passato dal 78 per cento del 2009 all’85 per cento di oggi. Quel che più conta è che anche l’indice della felicità si alza, c’è ansia ma c’è anche la consapevolezza di essere, come scrive il Telegraph, una gran generazione, che ha perso un decennio tra choc finanziari e stress test politici, ma s’è temprata con l’austerità.
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