La senatrice della California, Dianne Feinstein, presidente della commissione d'inchiesta sui programmi antiterrorismo della Cia (foto AP)

Il Senato americano condanna le tecniche di interrogatorio della Cia

Redazione

La Commissione d'inchiesta parla di pratiche disumane e inefficaci nei confronti dei presunti terroristi. L'agenzia risponde: "Fatti manipolati e raccontati in modo parziale".

Il dossier presentato oggi dal Senato degli Stati Uniti sui duri interrogatori della Cia durante gli anni dell'Amministrazione Bush è una dura accusa ai programmi di contro terrorismo avviati dopo l'11 settembre 2001. Un rapporto monumentale, con oltre 6 milioni di documenti confidenziali analizzati nel corso degli ultimi cinque anni dalla commissione d'inchiesta guidata dalla senatrice della California Dianne Feinstein.

 

Le carte rese finalmente pubbliche svelano le pratiche impiegate durante gli interrogatori della Cia nei confronti di presunti terroristi e l'inganno in cui ha tratto la Casa Bianca e l'opinione pubblica americana. Dalla privazione del sonno per quasi una settimana, al waterboarding (la pratica atroce che simula l'effetto dell'affogamento), fino alla cosiddetta "idratazione rettale", una tecnica che - spiegano i documenti della commissione - "induce il prigioniero in totale controllo" del suo aguzzino. Il più noto waterboarding, si scopre, è stato invece praticato molto più spesso di quanto asseriva la Cia con autorizzazioni che provenivano direttamente dagli avvocati del dipartimento della Giustizia durante l'Amministrazione Bush. Gli stessi funzionari della Cia furono tentati di fermare il tutto, data l'efferatezza delle tecniche di interrogatorio applicate: furono gli stessi alti ufficiali di Langley a dire di continuare, spiega la commissione d'inchiesta. A "Salt Pit" (letteralmente, "miniera di sale"), una struttura detentiva americana in Afghanistan, il finto affogamento era pratica diffusa benché la Cia giurasse che lì il waterboarding non era mai stato applicato. Testimoni e fotografie citati nel report invece confermano che i detenuti venivano rinchiusi in celle sotterranee "come cani chiusi in gabbia", mettendo così in forte dubbio quanto dichiarato dall'allora presidente Bush che definì il trattamento dei prigionieri sempre umano e rispettoso. Il report menziona il caso di Abu Zubaydah, prigioniero in una struttura della Cia in Tailandia. Il suo interrogatorio, approvato dal dipartimento di Giustizia americano, durò per giorni con la pratica del waterboarding "fin quando il detenuto non perse completamente coscienza e presentava la bocca piena di bolle". Pratiche disumane che per la commissione si rivelarono inoltre inefficaci e non permisero alla Cia di raccogliere le informazioni che cercava.

 

[**Video_box_2**]Decisivo fu allora il ruolo degli ex direttori dell'agenzia che si sono succeduti in questi anni, George J. Tenet, Porter J. Goss and Michael V. Hayden, i quali, spiega il dossier, "gonfiavano" la necessità e l'efficacia di questi programmi per ottenere informazioni in funzione di anti-terrorismo. "Aspettative, paure e pressioni per nuovi presunti piani terroristici non giustificano e non mitigano le azioni intraprese da individui o organizzazioni in nome della sicurezza nazionale", spiega la commissione d'inchiesta.

 

Mentre il dossier veniva diffuso, la Cia ne rilasciava un altro, un report parallelo redatto per difendersi dalle accuse del Senato. Il materiale presentato da Feinstein "racconta solo una parte della storia" e rappresenta una "manipolazione dei fatti", spiega la Cia, ammettendo però che alcuni errori forse sono stati commessi.

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