Roma e il manuale del fango
Spunta il nome di Tizio, sputiamoci su. Nuove frontiere del circo mediatico. Il metodo è collaudato e funziona così: prendi un’indagine, leggi le carte, fai una scrematura dei nomi, metti da una parte quelli che ti stanno simpatici e dall’altra quelli che ti stanno sulle palle, poi premi il pulsante “on” del frullatore.
Il metodo è collaudato e funziona così: prendi un’indagine, leggi le carte, fai una scrematura dei nomi, metti da una parte quelli che ti stanno simpatici e dall’altra quelli che ti stanno sulle palle, poi premi il pulsante “on” del frullatore, metti tutto insieme, aggiungi un po’ di cacca qua e là, versa in un recipiente il frullato, accendi il ventilatore e fai andare gli schizzi più lontano possibile: qualcosa succederà. Il circo mediatico-giudiziario, si sa, si è sempre mosso seguendo questo spartito. Ma la novità che emerge con chiarezza dai resoconti sull’inchiesta Mafia capitale è significativa. Un tempo, per buttare fango addosso a qualcuno, era necessaria la dichiarazione di un pentito, il contenuto di un’intercettazione, un avviso di garanzia.
Oggi, invece, per buttare fango serve ancora meno. E’ sufficiente una chiacchiera in cui Tizio e Caio parlano di Sempronio per lanciare letame addosso a Sempronio. Le cronache di questi giorni, a destra e a sinistra, sono esemplari. E sia i giornali di sinistra, Repubblica, sia quelli di destra, Libero e il Giornale, cercano in tutti i modi i “link” che possano portare acqua al loro mulino. Stampa di sinistra: a Roma la fogna è bipartisan ma è la destra che ha mangiato più degli altri (avete presente le valigette di Alemanno?). Stampa di destra: a Roma la fogna è bipartisan ma tutti sono “coinvolti” e guardate cosa dicono di Fassina, di D’Alema, e così via. Ovviamente senza una prova, manco un indagato. Solo con le millanterie. La spia per capire quando i giornali entrano in modalità fango si accendequando in un titolo si legge la parola “spunta”. Spunta il nome di Tizio. Spunta il nome di Caio. Così, quando leggete la parola “spunta” regolatevi da voi. Sappiate però che trattasi non di giornalismo, ma di un modo come un altro per sputare sull’avversario. Con la sola accortezza di aggiungere una “n” tra la sillaba “spu” e la sillaba “ta”.
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