Tangenti, noccioline e propaganda
Le inefficienze producono corruzione. Perché Renzi perde un’occasione. La mossa ha un senso, ma quello che ha meno senso è il modo in cui il Pd sta scegliendo di non affrontare il vero tema che all’origine del presunto meccanismo di corruzione del pasticciaccio romano.
Le misure anticorruzione annunciate con tono solenne dal governo per provare a mettere una pezza al caos generato dall’inchiesta romana sul presunto sistema criminale del mondo politico romano, rappresentano il classico caso di scuola di un presidente del Consiglio che prova a offrire all’opinione pubblica una nocciolina utile a sfamare uno stomaco abituato a nutrirsi per anni a forza di pane, burro e marmellata anti casta, ma nulla di più. Venerdì prossimo il Consiglio dei ministri (anche per rispondere alla sollecitazione arrivata ieri sera da Giorgio Napolitano, che ha parlato ai Lincei: “Serve una risposta urgente”) varerà il suo pacchetto anti corruzione. Ovviamente la mossa ha un senso, ma quello che ha meno senso è il modo in cui il Pd sta scegliendo di non affrontare il vero tema che all’origine del presunto meccanismo di corruzione del pasticciaccio romano.
Nella narrazione renziana manca infatti un concetto chiave che costituisce un tema sul quale varrebbe la pena smetterla di temporeggiare: l’inadeguatezza di un sistema statale, e municipale, la cui inefficienza aumenta proporzionalmente le occasioni in cui è possibile osservare fenomeni di corruzione. L’inchiesta romana, se proprio un senso doveva avere, doveva essere l’occasione per accelerare non con le leggi anti corruzione, ma con leggi che costringano i carrozzoni pubblici a monitorare sperperi di società come quelle municipalizzate (che per il 63 per cento, dati Confindustria, producono inefficienze). Roma, per capirci, è una realtà in cui il comune dà direttamente o indirettamente lavoro a 57 mila persone e in cui proliferano società come l’Atac che ha un debito pari al deficit della città (500 milioni di euro). Per combattere la corruzione bisogna combattere le inefficienze. E su questo punto, sul terreno delle municipalizzate, la missione di Renzi risulta ancora più che insufficiente.
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