La banda dello sfiletta-tonno
E’ un coltello per tagliare il pesce, la famosa katana di Carminati, buona per sfilettare il tonno. E a definire “arsenale” quello ritrovato nella sua villa di Sacrofano ci viene un po’ da sorridere. Un coltello di poco valore, un tirapugni antico, e poi la katana, che è una patacca.
E’ un coltello per tagliare il pesce, la famosa katana di Carminati, buona per sfilettare il tonno. E a definire “arsenale” quello ritrovato nella sua villa di Sacrofano ci viene un po’ da sorridere. Un coltello di poco valore, un tirapugni antico, e poi la katana, che è una patacca perché appunto non è una katana da samurai ma un Maguro bocho, coltello utilizzato dai pescatori giapponesi per sfilettare pesci interi di grandi dimensioni. Un utensile dunque, non un’arma.
Dalle foto diffuse dagli investigatori, si intuisce che quello posseduto da Carminati è un oggetto fabbricato dalla celebre casa Kanetsune, che da ottocento anni produce lame da cucina secondo la tradizione del maestro Kanetsune Seki. Mica un coltellaccio, mica un Miracle blade. In Giappone tagliare il pesce è un’arte. E infatti Carminati teneva il suo sfiletta-tonni sul caminetto, in bella vista. Gli era stato regalato da Lorenzo Cola, ex Finmeccanica (non proprio uno stinco di santo), che era unito a Carminati dalla frequentazione, in gioventù, di certi ambienti di destra. Ed è qui che viene fuori la passione per la tradizione giapponese, ma come in tutta questa storia un po’ farlocca e un po’ superficiale, i pescatori vengono confusi con i samurai, e a un utensile da cucina si vorrebbe dare la spiritualità della lama della katana (che, a onor di cronaca, costa molto di più di un Maguro bocho e anche di un Rolex). La daga, forse, sul camino, sarebbe stata più elegante. Ma la katana di Carminati è una patacca come tutta questa storia, che vorrebbe sembrare epica ma finisce per somigliare – troppo – alla Suburra.
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