Rubli

Vendita di valuta estera e ricapitalizzazione: il rublo si rafforza ma resta volatile

Redazione

Medvedev dice che Mosca dispone di riserve monetarie sufficienti per rimediare alla crisi. Ma Putin resta in silenzio. Borse in ripresa.

Il ministero delle Finanze russo sta iniziando a vendere parte delle sue riserve di valuta straniera - almeno 7 miliardi di dollari, secondo la stampa moscovita - per sostenere il rublo che viene considerato, come ha spiegato la portavoce Svetlana Nikitina, "fortemente sottovalutato". In seguito all'annuncio del ministero delle Finanze, il rublo, che stamane aveva ripreso la sua discesa, ha lievemente ripreso quota sull'euro e sul dollaro (attestandosi a quota 68).

 

La banca centrale di Mosca intanto ha lanciato un piano di ricapitalizzazioni per consentire agli istituti di credito russi di reggere alla crisi valutaria che ha colpito la federazione. "Queste misure hanno l'obiettivo di bilanciare domanda e offerta sul mercato della valuta estera, il che aiuterà a stabilizzare il tasso di cambio del rublo più velocemente", spiega in una nota il vice governatore della Banca di Russia, Ksenia Yudayeva.

 

Le contromisure prese dal governo e dall'istituto centrale di credito hanno permesso un recupero del valore del rublo che ora viene scambiato a 62,21 sul dollaro dopo aver toccato un minimo di giornata prossimo a quota 60. Anche le borse hanno avuto un sostanziale rialzo: l'indice Rts, in dollari, ha infatti guadagnato il 14,16 per cento, mentre il Micex, in rubli, ha ceduto il 2,11 per cento, recuperando però quasi dieci punti.

 

Il primo ministro Dmitri Medvedev ha provato a tranquillizzare i mercati affermando che la Russia dispone delle risorse monetarie necessarie per arrestare la crisi determinata dal crollo del rublo, senza minare i principi dell'economia di mercato. "Lo sapete, il paese dispone delle risorse monetarie necessarie per raggiungere i suoi obiettivi economici. E anche gli strumenti di mercato indispensabili per garantire la domanda corrispondente", ha dichiarato dopo una riunione dei ministri economici e dei patron dei grandi gruppi esportatori convocata d'urgenza.

 

Continua invece il silenzio di Vladimir Putin. Il suo portavoce Dmitry Peskov ha precisato che il presidente, in costante contatto con il governo  sulla situazione, non dovrebbe presiedere ad alcuna riunione di emergenza o fare alcuna "dichiarazione particolare" sulla crisi valutaria precipitata lunedì o sullo stato dell'economia del paese prima della sua tradizionale conferenza stampa di fine anno domani.

 

Di più su questi argomenti: