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Nessuno ha rubato il futuro ai giovani

Redazione

I millennial con un lavoro non sono più poveri dei loro genitori, ma producono lamentele molto creative e customizzate, ma un filone di geremiadi generazionali standard emerge come un trend globale: siamo la prima generazione che sta peggio di quella dei nostri padri.

In quanto tali, i millennial producono lamentele molto creative e customizzate, ma un filone di geremiadi generazionali standard emerge come un trend globale: siamo la prima generazione che sta peggio di quella dei genitori. La vulgata suona così: i millennial guadagnano meno, hanno meno potere d’acquisto, hanno più spese, sono meno sostenuti, meno valorizzati, meno raccomandati, meno protetti dalla società, sono ultraqualificati e sottoimpiegati, hanno idee geniali ma i vecchi tromboni che stanno al potere non lo capiscono, e talvolta si prodigano attivamente per soffocare i loro sogni nella culla. Se la passavano bene i baby boomer, altroché, e pure la generazione X non ha di che lamentarsi. Da lì a dire con aria grave che ci hanno rubato il futuro il passo è breve. Come sempre, la realtà è un po’ più complessa, e la Fed di St. Louis ha appena prodotto uno studio sulle finanze dei millennial americani che smentisce alcuni luoghi comuni sulla generazione impoverita. Il mercato del lavoro è molto più contratto rispetto a quello delle generazioni precedenti, dice la Fed, ma i millennial che hanno un lavoro e sono usciti dalla casa dei genitori sono in proporzione più ricchi di quanto erano quelli della generazione X alla stessa età. Hanno mediamente meno debiti e “paragonati ai giovani del 1989 hanno più possibilità di comprare una casa, di possedere titoli e fondi pensione”. Il 34 per cento dei millenial possiede una casa, dato inferiore rispetto ai giovani dei primi anni Zero ma molto più alto rispetto a quelli del 1989. Il crollo del mercato immobiliare ha drogato al ribasso il dato sulla ricchezza totale di questi millennial proprietari di case, che in termini relativi non è poi così lontana da quella delle generazioni precedenti.

 

In termini di asset a disposizione, i giovani adulti di oggi hanno accumulato meno di quanto abbiano fatto i loro genitori all’inizio dell’età lavorativa, ma hanno molte più possibilità di crescita nel futuro e i beni che hanno accumulato finora hanno un maggiore potenziale di crescita. Il patrimonio dei giovani americani della middle class è diminuito di poche migliaia di dollari dal 2001 al 2013 e la crisi ha ridotto il gap fra i ricchi e la classe media. I millennial hanno le competenze e gli strumenti per costruirsi un futuro che non è così diverso da quello dei loro genitori, anche se dovranno abbandonare l’ideale della villetta suburbana e del posto fisso che era la sostanza del sogno americano di chi li ha preceduti. Lo studio della Fed sottolinea che la disoccupazione giovanile è un fenomeno vasto e preoccupante, ma chi un lavoro ce l’ha potrebbe anche smetterla di dire in giro che gli hanno rubato il futuro.

 

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