Silvio Berlusconi (foto LaPresse)

L'ossessione e la beffa

Redazione

Le ossessioni politiche e ideologiche portano sempre conseguenze nefaste, e questo vale oggi per quella per il berlusconismo, come ieri per quella per il craxismo. Su una scala maggiore di quella nazionale è appena il caso di ricordare le tragedie immani causate dall’ossessione per l’inquinamento della razza.

Le ossessioni politiche e ideologiche portano sempre conseguenze nefaste, e questo vale oggi per quella per il berlusconismo, come ieri per quella per il craxismo. Su una scala maggiore di quella nazionale è appena il caso di ricordare le tragedie immani causate dall’ossessione per l’inquinamento della razza, o persino la versione ossessiva del pur fondato anticomunismo che produsse il fenomeno del maccartismo in America. Oggi, cascando più in basso, si constata che una ragionevole modulazione del rapporto tra irregolarità fiscali e pene correlate è stata bloccata solo perché l’ossessione del berlusconismo ha portato a scatenare una campagna mediatica peraltro infondata. Così i contribuenti non potranno contare su un rapporto meno terrificante con il fisco, che avrebbe probabilmente agevolato gli investimenti necessari per la ripresa.

 

Non è il solo caso di danni evidenti prodotti dall’ossessione per il berlusconismo. Se la condizione delle carceri italiane è intollerabile, come ci ricorda anche l’autorità europea comminando sanzioni, per non parlare degli inviti ripetuti dai pontefici e persino dal capo dello stato per misure di clemenza che riducano la popolazione carceraria, è perché l’antiberlusconismo militante ha sempre impedito di emanare un’amnistia, come è invece accaduto, nell’ultimo ventennio, in quasi tutte le grandi democrazie. Sul piano politico e istituzionale, oltre al danno causato al patto del Nazareno, che era peraltro l’obiettivo polemico esplicito di chi ha inscenato la gazzarra contro la legge di semplificazione fiscale, si tenta di riprodurre il blocco del processo di riforme istituzionali, che proprio da quel patto ha ritrovato il necessario slancio. D’altra parte è stata l’ossessione per il berlusconismo, il rifiuto aprioristico di consentire che Silvio Berlusconi assumesse un ruolo costituente, che fece bocciata la riforma costituzionale che il centrodestra aveva approvato, e che conteneva tutti gli elementi di innovazione, a cominciare dal superamento del bicameralismo ripetitivo, che sono ora riproposti in tutte le ipotesi di riforma costituzionale. Gli elettori furono invitati a dire no in un referendum a quella riforma anche da coloro che oggi la ripropongono più o meno nella stessa forma, soltanto perché era stata varata e approvata da un Parlamento a maggioranza berlusconiana. Ora Matteo Renzi ha deciso di denunciare l’ossessione per il berlusconismo, il che sarebbe lodevole, se non avesse coinciso proprio con il momento in cui lo stesso premier cedeva alla campagna dei fanatici dell’antiberlusconismo, combinando anche un indicibile pastrocchio dal punto di vista delle procedure di governo e provocando così il già citato danno ai contribuenti e alle speranze di ripresa dell’economia.

 

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