Emergenza terrorismo, l'Ue studia le contromisure
Gentiloni al Consiglio dei ministri degli Esteri europei: "Nel continente circa 5 mila 'foreign fighters'. Si cerchi equilibrio fra privacy e sicurezza". Attenzione soprattutto alla condivisione di informazioni di intelligence tra i paesi.
Dopo gli attentati di Parigi e la retata contro una cellula jihadista in Belgio, i ministri degli Esteri dell'Ue serrano le fila per dare una risposta unitaria alla minaccia jihadista in Europa. Arrivando alla riunione, il capo della diplomazia Ue, Federica Mogherini, ha detto chiaramente che occorre rafforzare la cooperazione sia all'interno del blocco -"con uno scambio di informazioni fra paesi e il lavoro comune dei ministri degli Esteri e dell'Interno"- sia collaborando con i paesi del mondo arabo. Non a caso, alla riunione è stato invitato anche il segretario generale della Lega Araba, Nabil el Araby. "Discuteremo proprio di come aumentare il livello della cooperazione nell'antiterrorismo con i partner della regione", ha anticipato Mogherini, ribadendo che la lotta allo jihadismo "non è un problema fra l'Europa, o l'Occidente, e l'Islam: perché spesso il terrorismo colpisce proprio i musulmani".
Il provvedimento più importante sul tavolo dei 28 ministri riguarda le norme sulla banca dati di informazioni riguardanti i passeggeri dei voli aerei, il cosiddetto Pnr. "Ci auguriamo, visto quello che è successo in Francia, Belgio e altrove, che il Parlamento europeo capisca che occorre sbloccare il Pnr", ha detto il capo della diplomazia francese, Laurent Fabius. Va trovato, ha aggiunto il ministro Paolo Gentiloni, "un delicato equilibrio fra privacy e sicurezza, ma non c'è dubbio che oggi dobbiamo mettere al primo posto la sicurezza, pur senza rinunciare alle libertà europee". Il numero di foreign fighters "nell'insieme dei Paesi europei oscilla tra i 3 e i 5 mila": ha riferito Gentiloni al termine della riunione con i colleghi dell'Ue a Bruxelles. Si tratta di un "numero molto consistente che va combattuto con diverse iniziative di cui l'Unione europea sta discutendo da mesi e settimane", ha sottolineato il titolare della Farnesina.
Oggi comunque non è' stato adottato alcun provvedimento concreto, ma è stato un primo scambio di idea in vista della riunione delle loro controparti all'Interno, a Riga, il 28 gennaio; e del vertice dei leader dell'Ue, il 12 febbraio a Bruxelles. Un primo assaggio delle possibili misure si avrà già giovedì a Londra nell'incontro organizzato congiuntamente da Londra e Washington tra i membri della coalizione contro lo Stato Islamico, in Siria e in Iraq.
[**Video_box_2**]Intanto sul fronte delle indagini, in Italia è stato rilasciato il pakistano che domenica all'aeroporto di Fiumicino aveva tentato di imbarcarsi su un volo diretto a Londra con un passaporto risultato falso: l'uomo, che aveva presentato istanza di asilo politico nel dicembre dello scorso anno, sarà denunciato per possesso di documento di identificazione falso. La procura del Belgio invece ha chiesto l'estradizione di uno degli arrestati in Grecia perché potrebbe "avere un legame diretto" con la cellule jihadista smantellata a Verviers.
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