Francia, tra jihad e Mondo nuovo
Da mercoledì scorso si discute della revisione della legge Leonetti, al fine di prevedere una sua più decisa impostazione eutanasica, che preveda casi finora non contemplati e che soprattutto permetta la sedazione letale quando le prospettive di vita del paziente sono ipotecate da una malattia giudicata incurabile “con prognosi infausta a breve termine”.
Nella Francia che ritiene di poter fronteggiare l’islamismo jihadista dei suoi figli “degeneri” a suon di “sempre più laicità” (“c’è una sola religione suprema, quella della République”, ha detto due giorni fa il presidente dell’Assemblea nazionale, Claude Bartolone), da mercoledì scorso si discute della revisione della legge Leonetti, al fine di prevedere una sua più decisa impostazione eutanasica, che preveda casi finora non contemplati e che soprattutto permetta la sedazione letale quando le prospettive di vita del paziente sono ipotecate da una malattia giudicata incurabile “con prognosi infausta a breve termine”.
Le associazioni dei malati chiedono invece che la sedazione serva ad alleviare le sofferenze, ma non a introdurre un “diritto a morire” garantito dallo stato, tanto più pericoloso quanto più la crisi mette a repentaglio i budget sanitari. E domenica è convocata a Parigi la Marcia per la vita, alla quale è arrivato il messaggio di sostegno del Papa. I promotori sottolineano il fallimento assoluto della legge Veil sull’aborto, a quarant’anni dalla sua approvazione, se davvero il suo intento era quello della riduzione e della prevenzione. Anche nel 2014 ci sono stati in Francia più di 220.000 aborti, nonostante contraccettivi e pillole di ogni tipo (del giorno dopo e di cinque giorni dopo) siano venduti senza più limitazioni. Indicatori di un paese che, tra i più secolarizzati in Europa, si trova sempre più schiacciato, non solo simbolicamente, tra Califfato e Mondo nuovo alla Huxley.
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