Grecia sotto osservazione da S&P. Katainen: "Rispettare gli impegni presi"
Da parte dell'Unione europea non ci sarà nessuna apertura a un condono anche solo parziale del debito. Le "ulteriori forme di assistenza" concordate con l'Eurogruppo un anno fa dipenderanno dall'atteggiamento delgoverno Tsipras.
La corsa agli sportelli delle banche greche é fonte di preoccupazione per Standard & Poor's, che ha messo sotto osservazione con implicazioni negative il rating della Grecia. "Vediamo la recente accelerazione del passo con cui vengono effettuati prelievi dalle banche greche così come il concomitante incremento dei finanziamenti Bce alle banche come una preoccupazione" dal punto di vista del credito. Ciò è vero soprattutto alla luce del fatto che "l'accesso alla Bce in quanto prestatore di ultima istanza continuerà a essere connesso alla firma da parte del nuovo governo greco di un accordo con i creditori, Bce inclusa".
Katainen oggi ha parlato a nome dell'intera Commissione europea, esprimendo preoccupazione per l'atteggiamento di alcuni rappresentanti del governo guidato da Alexis Tsipras: "Dobbiamo cominciare a lavorare molto rapidamente, gli impegni presi non sono cambiati con il risultato del voto in Grecia e il tempo preme", ha detto il vicepresidente della Commissione europea per il lavoro, la crescita, gli investimenti e la competitività. La Commissione ha inoltre sottolineato che il nuovo governo Atene deve "confermare gli impegni presi".
Non sembra dunque plausibile l'apertura a un condono anche solo parziale del debito. Allo stesso tempo però si sta dialogando sulla possibilità di ulteriore alleggerimento delle condizioni di ripagamento dei prestiti (dopo l'alleggerimento deciso a novembre il risparmio per il bilancio ellenico è stato di circa 9 miliardi l'anno). Se da un lato c'è l'impegno preso dall'Eurogruppo un anno fa per "ulteriori misure a forme di assistenza" con l'obiettivo di garantire la riduzione del debito a patto che sia mantenuto il surplus primario, dall'altro, sulla decisione potrebbe pesare l'atteggiamento del governo greco: le misure sociali e finanziarie indicate da Tsipras infatti mettono in discussione proprio il surplus di bilancio.
Il debito pubblico ellenico ha raggiunto 315 miliardi di cui 187,5 miliardi detenuto dagli Stati Eurozona (circa il 60 per cento), 60 miliardi (18,6 per cento) a carico di Fmi e Bce, il resto in mano a investitori privati. L'entità del debito fa sì che la Grecia ha estremo bisogno di un accordo con i creditori, dovendo restituire quest'anno 11 miliardi di dollari al Fmi e ci sono i rimborsi dei titoli detenuti dalla Bce per 6 miliardi che scadono in estate. Inoltre, senza l'accordo con i creditori, sulla base di programmi specifici concordati la Bce non potrà acquistare titoli ellenici sul mercato secondario da marzo, aggravando così la situazione finanziaria greca.
Considerando che dal primo marzo scatta la nuova operazione Bce di acquisto di titoli pubblici per risollevare l'inflazione, rimangono quattro settimane per trovare soluzioni. Per la riunione dell'Eurogruppo il 16 febbraio, Tsipras dovrà dare quindi le prime risposte pratiche.
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