Questa notizia sparirà tra 24 ore: l'informazione evanescente di Snapchat
Evan Spiegel ha 24 anni, è un millennial, e ha un’ambizione sconfinata. Ha creato una app, Snapchat, che è una delle start-up più ricche del mondo, è quotata 10 miliardi di dollari (ma c’è chi dice che la sua quotazione reale sfiori i 20 miliardi: solo Uber e la cinese Xiaomi fanno meglio).
Roma. Evan Spiegel ha 24 anni, è un millennial, e ha un’ambizione sconfinata. Ha creato una app, Snapchat, che è una delle start-up più ricche del mondo, è quotata 10 miliardi di dollari (ma c’è chi dice che la sua quotazione reale sfiori i 20 miliardi: solo Uber e la cinese Xiaomi fanno meglio), quando era solo un parvenu dentro alla Silicon Valley ha rifiutato un’offerta di 3 miliardi da sua maestà Mark Zuckerberg di Facebook e questa settimana ha fatto il suo debutto nell’affollatissimo e disperato mondo dei media digitali.
Snapchat è una delle app simbolo del nuovo corso della comunicazione istantanea: spopola tra i ragazzi americani come mezzo di comunicazione più intimo di Facebook e meno artefatto di Instagram, perché le foto e i messaggi che ci si manda su Snapchat spariscono dopo poco tempo. E’ un mezzo volatile, che elude la memoria lunga di internet, dove tutto prima o poi torna a galla: su Snapchat quello che uno posta non rischia di diventare un capo d’accusa nell’ampio faldone della nostra identità digitale. Snapchat garantisce una intimità effimera che consente di essere spontanei, e per questo è una app molto apprezzata dai teenager, che su Facebook ormai trovano anche la zia a guardare le loro foto e su Instagram devono mantenere un contegno all’altezza dei filtri giallastri e verdini che si applicano sulle immagini. (L’intimità effimera di Snapchat è eccellente anche per il sexting, ma questa è un’altra storia). Snapchat ha 100 milioni di utenti attivi ogni mese, smista ogni giorno oltre 400 milioni di “snap”, di foto che si autodistruggono, e il 71 per cento dei suoi utenti ha meno di 25 anni. Con un parco utenti così, Snapchat fa gola a molti, e la sua natura effimera non ha spaventato i giganti delle news. Evan Spiegel, con una mossa da lungo attesa, martedì ha presentato Discover, un nuovo servizio di Snapchat per propinare notizie ai teenager americani, e molti mezzi di informazione, tra cui la Cnn, il Daily Mail, Yahoo News, le riviste People e Cosmopolitan e due pubblicazioni digitali mirate a un pubblico giovane come Vice e Fusion ci si sono buttati a capofitto.
Discover mette a disposizione di ogni compagnia d’informazione un canale riservato, in cui la Cnn e gli altri possono produrre dei microservizi, con video di pochi secondi, molte foto e un breve testo di spiegazione. Tutto a portata di pollice: swipe a sinistra e scorri tra le storie, swipe verso l’alto e approfondisci. Ogni canale è un piccolo concentrato giornaliero di news: poche notizie, impacchettate in maniera brillante per essere consumate al volo, che nella migliore tradizione di Snapchat si autodistruggono dopo 24 ore, per fare spazio a una nuova edizione. Ci sarebbe da riempire libri di teoria del giornalismo: l’informazione su carta, dotata di una essenziale presenza fisica e destinata a durare, si è fatta volatile con l’avvento del digitale, e ora Snapchat la rende evanescente. Le informazioni, i video, ma anche gli errori spariscono dopo poche ore, e il vecchio giornale, dallo schermo di Snapchat, diventa una lavagna che è cancellata e riscritta ogni notte, senza che nessuno possa rivedere quella del giorno prima.
Evan Spiegel ha 24 anni, creatore di Snapchat
[**Video_box_2**]Discover, oltre che gli esperti del settore, incuriosisce anche gli analisti, perché butta Snapchat in un mercato importante, quello dei social network che fanno da mediatori tra l’utente e le news. Il mercato è già occupato da giocatori ingombranti: Facebook soprattutto, che ormai veicola la gran parte delle visite di molti siti di news, e che con una piccola modifica al suo algoritmo ha potere di vita e di morte su molti progetti editoriali. Business Insider interpreta la mossa di Snapchat come una sfida esplicita contro Facebook: dopo aver rifiutato di farsi inglobare, dopo aver lanciato la sfida per la conquista degli utenti più giovani, Evan Spiegel ora vuole intaccare il controllo del mondo delle news detenuto da Zuckerberg e dal suo algoritmo. Dalla sua ha un trend notevole, quello per cui le app di messaggistica, come Snapchat, Instagram e Whatsapp, hanno un peso sempre più grande nella diffusione delle news. Buzzfeed, per esempio, ha un team di dieci persone che si occupa soltanto di diffondere link, foto e notizie su Snapchat, WeChat, Instagram e altre. Whatsapp è usata come servizio di breaking news, sia per eventi limitati, come un’elezione o un’emergenza climatica, sia come servizio generale (in Italia Repubblica ne ha inaugurato uno pochi giorni fa). I giornali e i canali tv usano le app per la comunicazione privata come strumento di diffusione delle notizie, ma con Discover Snapchat fa un passo in avanti, e si trasforma in piattaforma. Evan Spiegel è un ragazzo ambizioso, si diceva, ha in mano la app più cool del momento e il controllo di una delle fasce di utenti più promettenti in assoluto, quella dei teenager. Vuole insegnare loro a consumare le news – velocemente, con due colpi di pollice, prima che spariscano. I ricavi, dice, arriveranno dalla pubblicità, che di solito è il buco nero che inghiottisce le speranze di tutti i media digitali. Finora nessuno è riuscito ad appassionare i teenager alle news online. Spiegel spera di riuscirci, rendendole effimere.
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