Da Auschwitz al Jihad
Il presidente israeliano, Reuven Rivlin, ha paragonato il progetto del Califfato dell’Is e la barbarie dei nigeriani di Boko Haram al nazismo, in un discorso tenuto all’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Il presidente israeliano, Reuven Rivlin, ha paragonato il progetto del Califfato dell’Is e la barbarie dei nigeriani di Boko Haram al nazismo, in un discorso tenuto all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Lo stesso ha detto il presidente ceco Milos Zeman alla conferenza sull’antisemitismo “Let My People Live!” che si svolge a Praga: “Lo Stato islamico ha il carattere simile a quello della Germania degli anni Trenta e se non interveniamo rischiamo un superolocausto”. Questa settimana ci sono stati due anniversari: la liberazione di Auschwitz e il funerale di Winston Churchill. Il secondo ha offerto l’opportunità di riflettere sullo spirito che ha contribuito a liberare i campi di sterminio. L’islamismo radicale, come il nazismo prima, sta facendo rivendicazioni territoriali. In medio oriente controlla grandi fasce dell’Iraq e della Siria.
In Africa occidentale, l’islamismo si è ritagliato un regno nel nord-est della Nigeria. Ovunque passa, le donne sono ridotte a cittadine di seconda classe, tutti i non musulmani sono costretti a convertirsi o a fuggire, gli ostaggi sono giustiziati in massa, le minoranze sessuali e altri “peccatori” sono gettati dai palazzi con la folla che ne acclama l’uccisione rituale. E, come con i nazisti, questo islam vede la democrazia occidentale come un nemico. Intanto, si assiste alla rinascita dell’antisemitismo ovunque nel mondo. A Parigi, diciotto persone sono state massacrate da questa mostruosa ideologia, così come il nazismo colpiva i giornalisti oppositori. L’anniversario della liberazione di Auschwitz ci ricorda che il fanatismo può essere sconfitto. Ma solo se l’occidente decide di fare qualcosa. Come Churchill.
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