Flessibili quanto basta
Renzi promosso, Bruxelles superi il dogma dello “zero virgola”. L’Italia crescerà solo dello 0,6 per cento quest’anno, ma tra i dati delle previsioni economiche d’inverno pubblicate ieri dalla Commissione Ue, ci sono buone notizie per il governo.
L’Italia crescerà solo dello 0,6 per cento quest’anno, penultima economia dell’Eurozona seguita da Cipro. Ma tra i dati delle previsioni economiche d’inverno pubblicate ieri dalla Commissione Ue, c’è una buona notizia per il governo di Matteo Renzi. L’aggiustamento strutturale previsto ammonta allo 0,25 per cento del pil: la cifra necessaria a evitare la richiesta di una manovra correttiva. Il 27 febbraio, quando la Commissione darà il giudizio definitivo sui conti pubblici, la legge di stabilità riceverà il via libera. E’ il risultato della battaglia per la “flessibilità” condotta in Europa da Renzi, che di fatto ha portato a un allentamento delle maglie del Patto di stabilità. I margini di manovra per l’Italia, però, sono limitati: non più di 3-4 miliardi per progetti cofinanziati dall’Ue.
“Non significa che tutto sia risolto”, ha detto il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici: “La principale sfida è l’alto livello del debito e la debole crescita”. Sull’Italia incombe la minaccia di una procedura per il mancato rispetto della “regola del debito”. Pier Carlo Padoan, ministro dell’Economia, ha dalla sua solidi argomenti per difendersi, come la recessione e la deflazione. Anche gli eurocrati ammettono che un aggiustamento strutturale superiore al 2 per cento – necessario per la regola del debito – sarebbe “suicida”. Le riforme possono costituire un fattore attenuante a favore di Roma. Nel momento in cui riesplode l’emergenza Grecia, anziché perseguitare Italia e Francia per gli “zero virgola” e cavilli burocratici vari, la Commissione farebbe bene a chiarire una volta per tutte che le riforme sono la chiave per una crescita sostenuta e per un debito sostenibile.
Il Foglio sportivo - in corpore sano