Così Renzi ci sta rottamando. Parla Cicchitto (Ncd)
“Prima ha rottamato i post comunisti, adesso sta cercando di rottamare anche il centrodestra”, dice Fabrizio Cicchitto, “e se Berlusconi non avesse sfasciato il governo Letta oggi non saremmo in queste condizioni”.
“Prima ha rottamato i post comunisti, adesso sta cercando di rottamare anche il centrodestra”, dice Fabrizio Cicchitto, “e se Berlusconi non avesse sfasciato il governo Letta oggi non saremmo in queste condizioni”. Ed ecco la mano tesa a Renzi, con una richiesta di rispetto, rivolta dai centristi di Alfano e Casini: “A Renzi va detto chiaramente che, senza parlare di verifica, bisogna andare al cuore del problema”, dice. “Questo è un governo di coalizione e non un monocolore Pd, per di più guidato da una sorta di dictator o di leader maximo senza barba. Per questo motivo va fatta un’agenda programmatica del governo e vanno concordati nella sostanza i contenuti dei provvedimenti indicati nell’agenda anche perché il Nuovo centrodestra e l’Udc hanno come punti di riferimento forze sociali di cui bisogna tener conto, artigiani, commercianti, imprenditori, professionisti, piccoli imprenditori”. Con l’elezione di Sergio Mattarella, e il sorgere del cosiddetto “metodo Quirinale”, è come se Renzi avesse liquefatto gli altri partiti. Dice Cicchitto: “In tutti questi mesi Renzi, fra Alfano e Berlusconi, fra Forza Italia e Ncd, ha giocato spregiudicatamente la linea dei due forni che gli è servita anche per rendere marginale l’opposizione di sinistra nel Pd. Poi, senza avvisare gli interlocutori, sulla presidenza della Repubblica, ha cambiato spalla al suo fucile, come diceva Gramsci. Ha cioè ricostruito l’unità del suo partito, si è rivolto anche a Sel e, forte di tutto ciò, ci ha detto: ‘prendere o lasciare, il nostro candidato è Mattarella, passo e chiudo’. Il centro-destra è stato preso di sorpresa da questa sorta di blitzkrieg e ha commesso (almeno per un giorno) l’errore di far prevalere il fastidio per l’aggressività del metodo sulla valutazione della persona proposta. Questa contraddizione, durata un solo giorno dentro Ncd, ha provocato danni politici non da poco. Non c’è niente di peggio in politica che cambiare una posizione politica nello spazio di un mattino. E questo vale anche, soprattutto, per Forza Italia. Ma l’errore di Ncd è riscattato però da un dato: l’aver alla fine scelto Mattarella. Il presidente infatti, nel suo discorso, ha dato alcuni messaggi inequivocabili: ha affermato che sarà rigoroso come ‘arbitro’, e ha ribadito il ruolo della buona politica rispetto all’antipolitica. In queste condizioni, adesso, noi dobbiamo ripartire, senza iniziative scomposte ma neanche senza un’inaccettabile subalternità. Non ci facciamo rottamare”.
E’ tempo di una reazione. E dunque ecco le richieste a Renzi: “Una nuova agenda programmatica di governo”. Ed ecco il piano – per la verità complicato – per riavvicinarsi a Forza Italia e ricostruire la destra esplosa. Dice Cicchitto: “La destra va ricostruita ab imis, anche a causa di quella ‘tana libera tutti’ dichiarata nel 2013 da Berlusconi, che ha portato alla diaspora”. Ma la manovra non è semplice, “anche perché Forza Italia è attraversata da posizioni fra loro confliggenti, fra quella di chi intende proseguire nel patto del Nazareno (che non è affatto finito nella sostanza), e quella di chi vuole fare con Salvini una estremista Lega delle Libertà”. Ed ecco allora l’idea di Cicchitto: “Bisogna ricostruire dalle macerie tutta un’area moderata-riformista che rappresenti un polo di confronto distinto dal Pd. E senza Salvini, senza la sua Lega lepenista, che non punta affatto a far parte di una coalizione di governo con Forza Italia e tantomeno con il Nuovo centrodestra. A Salvini il governo non interessa. Inseguire Salvini equivale ad aiutare Renzi e la sua egemonia elettorale. Per molti aspetti Renzi e Salvini hanno un accordo di fondo: l’estremismo di Salvini garantisce a Renzi la vittoria nelle urne, e infatti Salvini non punta a costruire maggioranze di governo ma ad aggregare una forza d’opposizione. A Renzi va benissimo che la sua alternativa sia Salvini, e che tutto quello che c’è in mezzo sia frantumato. Adesso, se il centrodestra non vuole farsi rottamare, la strada è ovvia: stare al governo senza subalternità, ricostruire i rapporti con le forze moderate, e tenere lontana la Lega”.
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