La balla sulle balle di G. W. Bush
George W. Bush ha mentito agli americani e al mondo, ha detto che nell’Iraq di Saddam Hussein esistevano armi di distruzione di massa così da poter condurre il suo paese e quelli alleati in guerra contro il dittatore.
George W. Bush ha mentito agli americani e al mondo, ha detto che nell’Iraq di Saddam Hussein esistevano armi di distruzione di massa così da poter condurre il suo paese e quelli alleati in guerra contro il dittatore. La calunnia sul presidente americano, partita come un venticello nel lontano 2003, è diventata senso comune. Tuttavia resta una balla. Lo ha ricordato ieri sul Wall Street Journal Laurence H. Silberman, giudice federale americano e nel 2004-’05 copresidente della Commissione bipartisan sull’intelligence riguardo le armi di distruzione di massa. Rispondendo piccato a un commentatore americano, Silberman ha correttamente ricordato che nel 2002 la National Intelligence Estimate (Nie) presentò formalmente le sue conclusioni al presidente Bush e al Congresso: era altamente probabile, c’era il 90 per cento delle possibilità, che Saddam avesse armi di distruzione di massa.
La Cia di George Tenet allora confermò; anzi, fu dimostrato che le comunicazioni della Cia all’Amministrazione precedente, quella Clinton, erano perfino più allarmiste. Non che Saddam nel frattempo fosse rimasto con le mani in mano, tra repressioni sistematiche degli iracheni, missili lanciati contro gli aerei americani che sorvegliavano la no-fly zone e un fallito attentato a Bush senior in Kuwait nel 1993. Sostiene Silberman: l’intelligence americana potrebbe anche aver sbagliato su questo punto, come è naturale che possa accadere, ma all’interno di un processo democratico che passò al vagliò e valutò quelle informazioni. Nessuna bugia da parte di Bush jr. Quel venticello rinfranca ancora gli osservatori miopi per cui il Califfo è un figlio (più o meno volontario) della guerra che fu, ma dopo tanti anni resta una calunnia.
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