Il presidente americano Barack Obama (foto Ap)

La strategia delle mezze misure

Redazione

La Casa Bianca ieri ha inviato al Congresso la proposta di legge per autorizzare formalmente la missione militare americana in Siria e Iraq contro lo Stato islamico. Obama vuole un’operazione a termine contro l’Is. Il “modello Yemen”.

La Casa Bianca ieri ha inviato al Congresso la proposta di legge per autorizzare formalmente la missione militare americana in Siria e Iraq contro lo Stato islamico. E’ in gran parte una sanzione dell’esistente, ché l’uso della forza è iniziato mesi fa: l’Amministrazione aggiunge soltanto un’autorizzazione limitata per le operazioni speciali di terra, e il dato più importante diventa così che ancora una volta la Casa Bianca a guida democratica pone un limite che definisce in anticipo la durata dell’impegno americano. Tre anni, e poi tutti a casa, il che è un po’ come lanciare un messaggio al califfo per dirgli che deve resistere ancora per poco, e poi sarà come in Afghanistan, come nello stesso Iraq, gli americani se ne andranno e i terroristi avranno mano libera.

 

E’ la politica obamiana delle mezze misure, che terrorizza gli alleati che tra tre anni saranno lasciati soli sul campo, ed è la stessa leggerezza che ha contribuito al disastro dello Yemen. Fino a pochi mesi fa Sanaa era indicata come un modello di stabilità e di successo delle strategie di antiterrorismo dell’America, ma nelle scorse settimane lo Yemen ha subìto un colpo di stato da parte dei ribelli sciiti Houthi, e la situazione nel paese è diventata a tal punto critica che l’ambasciata americana nella capitale è stata costretta a chiudere, distruggere le armi e i documenti e fuggire prima che gli houthi arrivassero e si impadronissero del resto. E’ così che funziona la strategia obamiana: abbandonare il campo prima del tempo, e avvertire prima di farlo, in modo che i nemici si preparino.

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