Cessate il fuoco in stile russo
L’Ucraina sconfitta si ritira da Debaltsevo, Putin si dice “ottimista”.
All’indomani degli accordi della settimana scorsa a Minsk, quando Vladimir Putin ha firmato anche a nome dei separatisti nell’Ucraina dell’est un cessate il fuoco che i separatisti sono stati i primi a non rispettare, il presidente russo disse ai giornalisti che l’esercito ucraino doveva abbassare le armi a Debaltsevo. La città, a metà tra le autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk, è uno snodo di comunicazione nevralgico in cui 7.000 soldati ucraini erano asserragliati da settimane mentre i separatisti, portando armi russe (l’ultima prova fotografica l’ha fornita BuzzFeed: ci sono carri armati russi nel Donbass) li circondavano. La battaglia di Debaltsevo era un passaggio cruciale della guerra, e anche quando il cessate il fuoco è entrato in vigore il 15 febbraio lì non si è mai smesso di combattere. Ma alla fine Putin l’ha avuta vinta, il presidente ucraino Petro Poroshenko ha annunciato il ritiro delle truppe di Kiev dalla città. Nel corso della ritirata circa 40 soldati ucraini sono stati uccisi dal fuoco dei separatisti. E a dimostrazione di quanto le vicende militari siano intersecate con Mosca dopo l’annuncio del ritiro la Borsa russa e il rublo hanno avuto un rialzo.
Una mappa che mostra la città ucraina di Debaltsevo e quella di Chornukhino (circondata in azzurro). In rosso le forze filorusse.
L’allontanamento dei mezzi di artiglieria dalla linea del fronte era uno degli obiettivi della tregua di Minsk 2, ma che solo una parte per ora si stia adeguando (suo malgrado) è segno di come i rapporti di forza sul campo stiano evolvendo, e della violazione ormai palese di un cessate il fuoco che non ha mai retto. Martedì a Budapest Putin si è detto “più ottimista che pessimista” sulla riuscita degli accordi di pace di Minsk. Ma non ha detto come l’avanzata dei separatisti da lui sostenuti faccia parte di questa riuscita.
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