Renzi va da Hollande: intesa su crescita, lotta al terrorismo e Tav
Sintonia sulla crisi ucraina e quella libica. Parigi chiede il rafforzamento di Triton nel Mediterraneo. Sul fronte della politica interna il premier sottolinea: "Contro l'ostruzionismo c'è solo il decreto legge".
L'asse Roma-Parigi si rafforza. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi e il presidente francese Francois Hollande si sono incontrati oggi a Parigi. Al centro dei colloqui il rafforzamento della cooperazione economica e diversi progetti comuni che potrebbero essere attuati nell'ambito del fondo di investimenti Ue presentato dal presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker. Renzi e Hollande hanno anche affrontato le principali crisi diplomatiche, quella ucraina e quella libica. Ai colloqui hanno preso parte anche il primo ministro francese, Manuel Valls, del ministro dell'Economia, Emmanuel Macron, del ministro dell'Ambiente, Segolene Royal, e del ministro dell'Interno, Bernard Cazeneuve.
Da parte dell'Italia e della Francia c'è una "volontà comune di crescita e riforme", ha detto Hollande nella conferenza stampa all'Eliseo con Renzi, sottolineando come si sia "ottimisti e fiduciosi per il futuro" sulla capacità di ripresa e come sia necessario sostenere occupazione e investimenti. "L'azione comune" di Italia e Francia ha portato "la parola 'crescita' nel vocabolario dell'Europa. Ora è la parola-chiave del nostro continente", ha aggiunto Renzi. "La situazione della nostra economia è più positiva. Ha smesso di piovere e vediamo le prime luci dell'arcobaleno", ha spiegato il premier italiano, ricordando come Italia e Francia abbiano lavorato insieme per riportare l'obiettivo della crescita al centro dell'agenda economica europea. Roma e Parigi, ha detto Renzi, "hanno lavorato assieme e ottenuto un risultato concreto: la direzione economica dell'Europa è cambiata". In occasione dell'incontro, le due delegazioni hanno anche firmato l'accordo che permette l'avvio dei lavori definitivi della sezione transfrontaliera della nuova linea ferroviaria Torino-Lione.
Ma i due paesi guardano con attenzione anche alla crisi libica e alla minaccia dell'estremismo islamico. "La Francia sostiene tutti gli sforzi dell'Italia perché all'Onu possiamo trovare soluzioni alla situazione di caos" in Libia, ha sottolineato Hollande. Il presidente francese ha anche ricordato come dalla crisi libica dipendano anche l'emergenza terrorismo e quella del "traffico di esseri umani" dalle coste meridionali del Mediterraneo ed è per questo, sottolinea, che è stato "chiesto alla Ue il rafforzamento della missione Triton". "Il tema della Libia non è solo italiano", ha aggiunto in piena sintonia con Renzi, "ma è una priorità per tutta l'Europa. Il Mediterraneo non può essere un cimitero o una periferia. E' il cuore del nostro continente, è la nostra priorità da sottolineare con forza".
[**Video_box_2**]Renzi è intervenuto anche sulla politica interna e sul processo delle riforme istituzionali. "Se le opposizioni fanno ostruzionismo una o due volte è comprensibile. Se lo fanno una terza volta è meno comprensibile. Ma se le opposizioni in tutti i passaggi parlamentari scelgono l'ostruzionismo, è un loro diritto, ma la risposta diventa fatalmente il decreto legge", ha detto il presidente. "Noi faremo meno ricorso al decreto legge se le opposizioni faranno meno ostruzionismo". Infine, una risposta alle accuse del leader della Fiom, Maurizio Landini, che aveva sottolineato come il premier mancasse di piena legittimazione considerato che non era stato eletto. "Ricordo che l'Italia è una Repubblica parlamentare", ha risposto Renzi, "è il Parlamento a dettare e ad assicura la fiducia al governo".
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