Una presidente sola allo sbando
Si vede che la poltrona più alta di Montecitorio dà le vertigini, almeno a giudicare da come il ruolo di presidente della Camera è stato interpretato da una ormai non breve serie di personaggi che si sono distinti per aver alla fine lavorato contro la maggioranza cui dovevano l’elezione, da Pivetti a Casini, da Bertinotti a Fini.
Si vede che la poltrona più alta di Montecitorio dà le vertigini, almeno a giudicare da come il ruolo di presidente della Camera è stato interpretato da una ormai non breve serie di personaggi che si sono distinti per aver alla fine lavorato contro la maggioranza cui dovevano l’elezione, da Irene Pivetti a Pier Ferdinando Casini, da Fausto Bertinotti a Gianfranco Fini. Ora è il turno di Laura Boldrini, una carriera in organizzazioni umanitarie alle spalle, eletta o meglio nominata (visto che era tra i candidati decisi dal segretario Nichi Vendola), deputata e poi, grazie a un’idea un po’ stravagante di Pier Luigi Bersani, miracolata e assisa sul seggio presidenziale di Montecitorio. Da lì, omaggiata e riverita, si deve essere convinta di essere un soggetto politicamente rilevante, al punto da mettersi a battibeccare con il presidente del Consiglio e segretario del Pd, accusandolo di essere un “uomo solo al comando”, sgradito ai gusti più pluralistici della presidente.
Col pretesto di una (peraltro assolutamente legittima) decisione del Consiglio dei ministri che non ha dato corso a un parere non vincolante delle commissioni parlamentari che avrebbe manomesso l’impianto originario della riforma del mercato del lavoro, Boldrini ha aperto una polemica “a difesa delle prerogative del Parlamento”, partendo da una prerogativa inesistente. Applausi dell’estrema sinistra e assoluto disinteresse di tutti gli altri sono stati l’effetto di questa intemerata pronunciata da un seggio altissimo ma da una persona che neppure da quella posizione riesce a ottenere troppa attenzione, proprio per la sproporzione tra i suoi titoli di merito personali e il ruolo che esercita, per giunta con un’arroganza davvero ingiustificata.
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