Hudna in Libia
Tregua fragile, se la situazione regge si fa interessante (pure per noi)
Ieri i due governi libici, quello di Tripoli, governato da una joint venture di milizie islamiste, e quello di Tobruk, riconosciuto dalla comunità internazionale, hanno accettato di iniziare il cessate il fuoco richiesto dall’Onu e di tornare al dialogo. E’ una notizia importante, anche se difficilmente sul campo il cessate il fuoco sarà accettato dalle molte parti in gioco, tutte armate e al seguito di interessi disparati, che per semplificare i media internazionali definiscono “i due governi”.
Ancora questa settimana, le due parti in conflitto facevano fallire, disertandolo, un round importante dei dialoghi di pace previsto in Marocco, ultimo di una lunga serie di meeting iniziati a Ginevra e finora per nulla risolutivi. Insomma, c’è il rischio di un esito “ucraino” – cannoni più forti degli annunci. Ma il cessate il fuoco può essere un primo passo importante per la soluzione politica. E se regge, si può pensare a un accordo più duraturo. Dopo quello, si può pensare a un governo di unità nazionale o comunque all’inizio di una grande coalizione con obiettivo lo sradicamento armato dello Stato islamico e dei suoi macellai che puntano a Roma – coalizione che avrà l’appoggio dell’Italia.
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