Buon realismo alla corte dell'autocrate
Toh, le anime belle sono deluse da Renzi “amico” di Putin. Bene. Il corrierista Franco Venturini ieri auspicava l’invito a ritirare le truppe filorusse dall’Ucraina orientale perché “sarebbe gradito all’occidente e all’Europa”. Come dire: avanti con eroismo, Renzi, un bell’affronto conto terzi e al diavolo le conseguenze.
Chi come il Corriere della Sera o il Fatto quotidiano critica la delicata visita in Russia del premier Matteo Renzi per presunta scarsa incisività e presunta eccessiva accondiscendenza verso l’autocrate Vladimir Putin s’unisce all’italica cacofonia delle anime belle, dimostrando scarsa cognizione della reale consistenza dell’Italia: potenza regionale mediterranea dalla proiezione strategica limitata. Il corrierista Franco Venturini ieri auspicava l’invito a ritirare le truppe filorusse dall’Ucraina orientale perché “sarebbe gradito all’occidente e all’Europa”. Come dire: avanti con eroismo, Renzi, un bell’affronto conto terzi e al diavolo le conseguenze.
Il Fatto indugia sulla fugace posa dei garofani a favore di telecamere sul ponte del delitto Nemtsov e si indigna (chissà come mai) perché il focus dei colloqui è stato il “problema” delle sanzioni economiche internazionali – spesso aggirate e con effetti impalpabili sul conflitto ucraino – che danneggiano sensibilmente i nostri esportatori e che il premier inglese David Cameron vorrebbe rendere “totali”. Renzi ha fatto il giusto, ha tutelato le imprese italiane soprattutto. Siamo persuasi che Angela Merkel, tra una sanzione e l’altra, faccia uguale al telefono con Putin in ossequio all’antica relazione speciale Berlino-Mosca. Renzi ha pesato le parole definendo Putin “decisivo” in Libia – dove gli affari petroliferi italiani sono minacciati, per provocazione, dallo Stato islamico e suoi derivati – in quanto interlocutore dell’Egitto di al Sisi. Ovvero una potenza capace di esprimere quella forza militare che l’Italia non ha per contrastare fluide milizie islamiste (la Nato non sa dove mettere gli scarponi). Chi voleva vedere un Renzi travestito dal filosofo iconico dell’opportunismo umanitario Bernard-Henri Lévy è deluso? Menomale.
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