The smoking gun
Il pacchetto di sigarette politicamente corretto che finanzia la mafia
Il provvedimento è talmente assurdo da far ricordare i tempi del proibizionismo. E’ la dittatura del politicamente corretto – e del salutisticamente corretto – applicata al fumo. Ma questa volta c’è un motivo in più per preoccuparsi. Perché il pacchetto bianco, quello che stanno imponendo sempre più governi ai produttori di sigarette, rischia di aumentare pericolosamente il traffico e il commercio di tabacco illegale.
In Inghilterra, dei pacchetti bianchi, se ne parla già da parecchio (ne avevamo scritto qui già tre anni fa). E oggi il governo inglese punta a far diventare neutro il packaging di tutti i pacchetti entro un anno. Il Parlamento irlandese ha approvato pochi giorni fa la legge che renderà obbligatorio il pacchetto generico, facendo diventare l’Irlanda il primo paese europeo dove le bionde non avranno vestito. Così come, nel 2004, fu sempre l’Irlanda il primo stato a vietare la sfumacchiata all’aperto. “L’imballaggio standardizzato renderà più facile alle organizzazioni criminali produrre e vendere sigarette contraffatte. L’Australia ha visto il commercio illegale di tabacco raggiungere livelli record”, ha detto Damian Green, parlamentare conservatore inglese ed ex ministro dell’Immigrazione di Londra. E non è un caso se il primo pacchetto di sigarette neutro contraffatto sia stato trovato a Sydney, nemmeno un mese fa. Perché, in fondo, che ci vuole a copiare ciò che anche il governo vuole tenere nascosto?
Lo scorso 15 febbraio il Sunday Times ha pubblicato un articolo dal titolo eloquente: “The smoking gun: come le sigarette sono diventate la nuova arma dell’Ira”. Nel pezzo i giornalisti George Arbuthnott e John Mooney fanno le pulci innanzi tutto all’erario: con la nuova manovra del pacchetto bianco, secondo un report presentato al Parlamento inglese, l’Inghilterra potrebbe perdere circa 2 miliardi di sterline all’anno. Questo perché attualmente il 75 per cento delle tasse sulle sigarette entra nelle casse dello stato. Il fatto è che non tutti quelli che non pagheranno il dazio al governo, smetteranno realmente di fumare. Il commercio illegale di sigarette – quelle che vengono importate dall’Europa dell’est, dall’Asia e dal nord Africa sui cargo di contrabbando e finiscono nelle tasche di inglesi e irlandesi – è uno dei modi in cui l’Ira si finanzia. In particolare New Ira, il gruppo terroristico di indipendentisti che non accetta gli accordi pacifici tra il governo irlandese e quello inglese (leggi tutto l’articolo qui).
[**Video_box_2**]Secondo un report pubblicato lo scorso anno da Kpmg, nel 2013 almeno un miliardo di sigarette fumate in Irlanda era illegale, e almeno una su cinque contraffatta (+1 per cento rispetto all’anno precedente). La dimensione del problema irlandese è pari soltanto a quello della Lettonia e della Lituania – che condivide però il confine con la Russia. In Italia ce la passiamo meglio, come in Danimarca, dove sempre secondo i risultati dello studio di Kpmg nel 2013 ogni venti sigarette una era contraffatta, in pratica il 4,7 per cento del volume complessivo. Il problema è che il commercio illecito è in aumento un po’ ovunque, e il pacchetto neutro non farà che accrescere il fenomeno della contraffazione. L'impatto del commercio illegale di tabacco non è soltanto economico: le organizzazioni criminali organizzate, infatti, sono sempre più coinvolte.
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