L'Europa affronti la questione Libia affinché "il mare non diventi un cimitero", chiede Renzi

Redazione
"Considerare il dossier Libia una priorità dall'Europa e dall'America non era scontato. Ora si tratta di passare ai fatti", ha detto il presidente del Consiglio. Intanto continuano le ricerche di eventuali superstiti. I naufraghi potrebbero essere più di 700.

Continuano nel Mediterraneo le ricerche di eventuali sopravvissuti al naufragio di ieri di un barcone di migranti al largo delle coste libiche, in acque internazionali, che potrebbe aver causato la morte di oltre 700 persone. "Oggi capiremo di più su quanti erano, se effettivamente c'erano tanti bambini a bordo", ha detto ai microfoni di Sky News 24 la portavoce dell'Unhcr Carlotta Sami, dopo che un superstite bengalese, ricoverato ieri in un ospedale di Catania, aveva detto ai magistrati che nell'imbarcazione erano presenti circa 950 persone.

 

La Guardia Costiera per ora ha tratto in salvo una trentina di migranti, mentre sarebbero 24 i cadaveri recuperati e portati a Malta. Le operazioni sono ancora in corso e non è stato ancora fornito un quadro aggiornato della tragedia.

 

"Occorre intervenire per evitare che il mare diventi un cimitero e perciò occorre andare a risolvere il problema alla radice, ovvero risolvere la situazione libica", ha dichiarato il presidente del Consiglio Matteo Renzi chiedendo all'Europa di affrontare in modo serio e risoluto la questione migranti nel Mediterraneo: "Considerare il dossier Libia una priorità dall'Europa e dall'America non era scontato. Ora si tratta di passare ai fatti". Il premier, che ieri ha avuto un colloquio telefonico con Angela Merkel, si dice sicuro che l'Europa è pronta a intervenire in modo unitario e condiviso per arginare l'emergenza: "Credo che il Consiglio europeo prenderà una posizione unanime e comune. Ne sono assolutamente convinto".

 

Anche l'Alto Rappresentante della politica estera dell'Ue Federica Mogherini ha esortato l'Europa a prendere una posizione comune. "Il problema delle migrazioni e delle loro vittime si risolve solo agendo alla radice, cioé impedendo che i barconi partano", ha detto Lady Pesc aggiungendo che "il dramma dimostra che non si tratta solo di 'Search and Rescue', perché i soccorsi erano sul posto. La sfida e' combattere e prevenire l'azione di un sistema di organizzazioni criminali complesse che lucrano trafficando esseri umani".

 

Dalle ricostruzioni dei sopravvissuti si è appreso che l'incidente è accaduto nella notte tra sabato e domenica quando il barcone si trovava a 120 miglia nautiche da Lampedusa e dal peschereccio era stata lanciata una richiesta di aiuto al centro nazionale soccorso della Guardia Costiera. La prima imbarcazione dirottata in soccorso del peschereccio carico di migranti  è stato il mercantile portoghese "King Jacob", che una volta raggiunto il barcone lo ha visto ribaltarsi: "Appena ci hanno visto, si sono agitati - ha raccontato il comandante del "King Jacob" - e il barcone si è capovolto, anche se non c'è stato urto tra le due imbarcazioni".