Ecco a voi l'eugenetica di stato
Continuando nella sua azione di diroccamento sistematico della legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita, la Corte costituzionale ha dichiarato illegittima la proibizione di diagnosi preimpianto per le coppie fertili portatrici di malattie genetiche. Così sarà possibile selezionare gli embrioni, operando una selezione eugenetica che rappresenta un passo – e non un piccolo passo – in direzione di una prospettiva che fa rabbrividire. Quando sarà noto il dispositivo della sentenza si potrà capire quali articoli della Costituzione siano stati utilizzati per fare questa scelta, che in sostanza permette di scegliere chi deve vivere e chi no in base a criteri che oggi si richiamano alla salute (come se fosse pacifico che i malati non debbono nascere) e domani potrebbe estendersi ad altri criteri, estetici, razziali o chissà di che tipo. Vale sempre la pena di ricordare che la distruzione della legge 40 rappresenta una cancellazione della sovranità popolare oltre che della potestà legislativa del Parlamento, visto che il referendum abrogativo proprio di questi articoli della legge era stato bocciato dall’elettorato, non avendo raggiunto il quorum di votanti richiesto.
La campagna speciosa sul “diritto di avere un figlio sano”, che ha fatto da contorno a questa sentenza contiene un equivoco di fondo. Il diritto a decidere “quale” figlio si vuole non esiste in natura e non è riconosciuto da alcuna norma costituzionale. E’ un desiderio comprensibile e umano, che se si trasforma in diritto diventa invece una sorta di condanna preventiva nei confronti dei disabili e dei malati, un precedente pericoloso dal quale possono derivare approdi all’eugenetica istituzionale. E’ disabile Stephen Hawking, considerato da molti il più grande scienziato vivente, autore della più accreditata “teoria del tutto”, ma se fosse stata applicata anche a lui la norma ora adottata dalla Corte costituzionale probabilmente non sarebbe mai nato. Lascia sconcertato l’unanimismo con cui la cultura laica, che dovrebbe considerare l’unicità della persona come il più sacro dei princìpi, si accoda alla deriva eugenetica, a sostegno di diritti che non esistono. E lascia sconcertati la decisione del governo, che non ha fatto intervenire l’Avvocatura dello stato a difesa della legge di fronte alla Consulta, visto quello che era in ballo. La Costituzione italiana non contiene alcun riferimento interpretabile come favorevole alla selezione genetica, e vedremo quale appiglio sarà stato trovato dalla Consulta per introdurla nell’organismo istituzionale italiano. Forse la volontà di affermare la supremazia del potere giudiziario su quello legislativo, o la voglia di farsi applaudire da un’opinione pubblica accecata dalla faziosità ha prevalso sulle considerazioni di pietà e di civiltà: c’è da rimanere allibiti.
Il Foglio sportivo - in corpore sano