Se il pedofilo viene dallo showbiz
C’è una notizia che non è apparsa sui giornali e si capisce perché. Quando lo scandalo pedofilia coinvolse la chiesa cattolica, sommergendo il pontificato di Benedetto XVI, tutti si gettarono addosso al Vaticano, dai politici alla Bbc, che per il tramite di Michele Santoro fece arrivare sui nostri schermi la sua “mani pulite di Dio”. Adesso che la pedofilia coinvolge il mainstream, nessuno ne parla. La polizia britannica sta indagando il più grosso scandalo di pedofilia che riguarda 261 personalità “di rilievo pubblico”. I sospetti includono 135 persone dal mondo della televisione, del cinema o della radio, 76 politici coinvolti, 43 dal mondo della musica e sette dello sport.
La questione degli abusi sui minori è esplosa tre anni fa con la storia del presentatore della Bbc, Jimmy Savile. Di questi 261 a malapena si legge notizia sui giornali inglesi, che furono invece provvidi di aggettivi sui gusti, tutti da dimostrare, dei sacerdoti bruciati in effigie dall’opinione pubblica anglosassone. Dei 261 non si deve sapere niente. E’ scattato lo stesso meccanismo del caso Rotherham, la cittadina dove, tra il 1997 e il 2013 1.400 ragazzini, anche di dieci anni, sono stati vittime di abusi sessuali da parte di gang islamiche asiatiche, che li stupravano mentre le autorità cittadine si tappavano gli occhi e le orecchie, pur di non sembrare “razzisti”. Il politico Denis Mac-Shane, per citarne uno, ha detto di non aver voluto indagare perché, “da lettore del Guardian e liberal di sinistra”, aveva paura di “affondare il barcone multiculturale”. Vale anche per i 261 rappresentanti dello showbiz. Il garantismo vale soltanto per loro. Loro sono immuni dalla gogna pedofila.
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