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foto LaPresse
“No, quella di Roma non è mafia”
Emanuele Fiano, deputato del Pd, responsabile nazionale del Partito democratico con delega alle Riforme, è stato ieri ospite su Rai 3 ad Agorà con il direttore del Foglio, Claudio Cerasa, e durante la trasmissione ha riconosciuto che il bollino “mafia” applicato all’inchiesta romana, proprio non regge. Domanda: “Pensa sia giusto il bollino della mafia applicato all’inchiesta su Roma?”. Fiano: “Qui bisogna andare per sottrazione. Qui ci sono solo due soli politici imputati per il 416 bis che sono Alemanno e Gramazio. Quindi il fatto di averla chiamata Mafia Capitale è un’estensione… c’è una parte grande di questa inchiesta che è su aspetti di tipo corruttivo o concessivo. Il fatto che ci sia un reato di tipo associativo più grave, che fu inventato grazie all’impegno di magistrati come Falcone, è legato a due personaggi. Per il resto, gli altri sono reati legati alla corruzione…”.
Domanda: “Delle due l’una però: se l’inchiesta su mafia capitale è un’inchiesta che ha al centro la mafia e che ha coinvolto diverse persone che fanno parte del comune, o si scioglie il comune per mafia subito oppure se non si scioglie significa che non è mafia”. Fiano: “Io non so perché è stato scelto questo nome… perché penso che il tenore dei colloqui e delle intercettazioni che si colgono dei capi di questa organizzazione facciano pensare a una rete. Secondo me non è un comportamento che noi non possiamo associare a quello che conosciamo della mafia e della camorra. E’ una grande estensione di una rete corruttiva”.
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