Sugli sbarchi Cameron promette aiuto a Renzi (ma delle quote dei migranti non parla)
L'Italia non è sola ad affrontare l'emergenza profughi, dice David Cameron da Milano dopo la visita dell'Expo e l'incontro bilaterale con Matteo Renzi, ma il premier italiano, oltre a generiche parole di solidarietà non riesce a strappare molto di più dalla Gran Bretagna. Cameron non ha menzionato la questione delle quote dei migranti né ha chiarito la reale disponibilità di Londra ad accogliere i profughi. Sull'argomento si deciderà probabilmente non prima del Consiglio europeo, previsto per la fine di giugno.
Pochi i dettagli forniti dal premier britannico sugli sforzi concreti che la Gran Bretagna sarebbe disposta a fare sull'immigrazione, non più di una generica forma di "cooperazione tra le intelligence dei due paesi in Sicilia" per impedire all'origine le partenze dei barconi dal Nord Africa. Per affrontare il problema dell'immigrazione, ha detto, serve "un approccio globale per lavorare con i vostri servizi di intelligence in Sicilia dove noi metteremo uomini e risorse per provare a interrompere i collegamenti tra la gente che cerca di partire nel Mediterraneo e gli scafisti". Il premier britannico sottolinea che il problema potrà essere risolto solo con un approccio condiviso dagli altri paesi europei, ma l'accordo è lontano e su di esso vige ancora una certa cautela da parte degli altri stati membri. "La Gran Bretagna gioca il suo ruolo non solo con le navi nel Mediterraneo ma anche con un grosso programma di aiuti in Africa del Nord, che stiamo aumentando per provare a stabilizzare" la regione.
Il premier Renzi ha ripetuto sì la necessità di un approccio globale, ma capace anche di portare a concreti risultati politici nel medio termine e finalizzato alla creazione di un governo stabile in Libia. Per l'Italia, d'altronde, la priorità è la creazione di un'autorità libica centrale legittimata al punto da "dare la caccia alle gang criminali". In questo, ha detto Renzi, il ruolo della Gran Bretagna è fondamentale, anche perché "pensiamo che non ci sia futuro per l'Europa senza il Regno Unito". Il premier ha ammesso che "ci sono posizioni diverse sulle singole scelte da adottare" e si è augurato che, in occasione del prossimo vertice europeo dei capi di stato e di governo, l'Africa non venga "considerata un continente di serie B dalla comunità internazionale".
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