Vai via turista

Redazione
La guerra ai turisti è una moda estiva piuttosto bizzarra, perché è vero che ci possono essere fastidi e problemi, anche qualche guaio ma è business, è apertura, è opportunità. I casi Barcellona e Danimarca.

I turisti gridano, sporcano, invadono, pretendono, impongono le loro regole, non rispettano quelle locali. Basta, cacciamoli. La guerra ai turisti è una moda estiva piuttosto bizzarra, perché è vero che ci possono essere fastidi e problemi, anche qualche guaio – culturale, pure, buona parte dei cliché sulle manie altrui derivano da esperienze fatte venendo a contatto con i turisti – ma è business, è apertura, è opportunità. Barcellona, meta turistica meravigliosa, sta diventando il baluardo di questa guerra. Il neosindaco di area Podemos, Ada Colau, vuole creare un nuovo equilibrio tra l’industria del turismo e la qualità della vita dei cittadini, dice che il turismo “è un asset che bisogna gestire bene per renderlo sostenibile”, e così diventa necessario introdurre dei tetti all’ospitalità, per non diventare “come Venezia”. Forse in momenti di crisi si potrebbero avere altre priorità, ma il trend è comune, come segnalava Politico Europe nella sua newsletter mattutina: anche in Danimarca c’è questa voglia di non farsi sopraffare dal turismo.

 

Il New York Times ha pubblicato un articolo sulla Danimarca, splendore del nord, ordine e arringhe affumicate, in cui si spiegava il tentativo del governo danese di continuare ad approffittare della crescita del settore del turismo senza essere sopraffatti dal turismo di massa. I cottage sul mare allora sono di pertinenza esclusiva dei danesi e anche a Copenaghen sono nate delle “quiet zone” riservate ai residenti, in cui i turisti non sono graditi. Siete voi stranieri che dovete adeguarvi al nostro stile di vita, non il contrario.

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