Estate social: le regole di Samsung per essere cool (e deprimenti) in spiaggia
Che tristezza queste spiagge popolate da monogami malati di tintarella, abbronzati e unti da oli al carotene e incapaci di comunicare con chiunque, di aprire un libro o prendere un pallone e ruzzolarsi nella sabbia. L'habitat dello spiaggiato moderno, descritto dal Telegraph, è deprimente: smartphone a portata di mano, cuffie per la musica, drink alcolici a portata di cannuccia. La generazione Instagram in spiaggia sembra ormai un caso antropologico o, dal punto di vista del marketing, un settore di utenza da intercettare. Ed ecco allora che Samsung ha avviato uno studio sulle nuove generazioni di spiaggiati per capire cosa prediligono nelle giornate al mare. Il risultato sono le cinque nuove 'regole' d'oro della vita da spiaggia.
L'indagine parla chiaro: ai millennial piace svuotarsi letteralmente il cervello, ridurre al minimo i libri, nemmeno letture commercialissime del livello di "Cinquanta sfumature di grigio" sono ammesse sul bagnasciuga. Sia chiaro, un vero 'abbronzato' preferisce Candy Crush Saga al minimo sforzo intellettuale. Per non parlare dei selfie, per soddisfare l'inevitabile ricerca dell'appagamento virtuale (non parlo con nessuno in carne ossa ma il web deve sapere). Samsung ha rilevato che i nostri cellulari soddisfano i tre quarti del tempo che dedichiamo allo svago in spiaggia. E poi, sotto con qualunque tipo di unguento protettivo, abbronzante, rinvigorente, tonificante. Sono finiti i tempi degli aquiloni, e delle partite di pallone. Sdraiati si sta benone, con le cuffie dell'iPod. La spiaggia è ormai un ecosistema dove a dominare è lo smartphone. E in fondo, anche tanta solitudine.
Il Foglio sportivo - in corpore sano