I due giornalisti americani uccisi in diretta tv dall'ex collega rancoroso
Moneta, Virginia, 6.45 di mercoledì mattina. La reporter Alison Parker è all’esterno di un centro commerciale sulla riva del lago Smith Mountain. Laureata alla James Madison University, 24 anni, da 16 mesi lavora per l’emittente Wdbj7, affiliata della Cbs. Sta intervistando in diretta tv Vicki Gardner, direttrice della Camera di commercio mentre la telecamera dell’operatore Adam Ward, 27 anni, inquadra le acque [1].
Impegnati nella diretta, i tre non si accorgono che da una ventina di secondi alle spalle del cameraman si è parato un afroamericano che con la mano sinistra armeggia su un cellulare e con la destra impugna una pistola Glock 9 millimetri. È il 41enne Vester Lee Flanagan, ex collega giornalista licenziato due anni prima dalla Wdbj7 che andava in video con il nome di Bryce William [2].
Flanagan attende qualche secondo, quando l’obiettivo di Ward torna su Parker e Gardner, e i telespettatori possono vedere a tutto schermo, preme il grilletto 15 volte. La prima a essere colpita è la giornalista che prova a fuggire, urla, implora «Oh mio Dio». Altri proiettili feriscono la Garner, poi è la volta del cameraman che muore senza un lamento, mentre la telecamera continua a filmare in diretta catturando l’immagine dell’omicida poco prima che l’emittente chiuda bruscamente il collegamento [3].
Flanagan fugge a bordo di un’auto grigia, lasciando sul luogo della strage un suo documento. E intanto twitta: «Alison ha fatto commenti razzisti»; «L’hanno assunta dopo questo?»; «Adam mi si è rivoltato dopo aver lavorato con me una volta!!!». L’ultimo messaggio è: «Ho filmato la sparatoria guardare Facebook», poi l’account viene bloccato. Su Facebook c’è il video ripreso dalla visuale dell’assassino, 56 secondi in tutto. Subito dopo spedisce al network tv Abc un fax di 23 pagine in cui è scritto che a farlo impazzire sono stati i nove morti a giugno nella chiesa di Charleston frequentata da afroamericani, farnetica di discriminazioni razziali, di molestie sessuali e di mobbing. Anche se cancellate si leggono anche frasi come: «Sui miei proiettili ho inciso le iniziali delle vittime», «Volete una guerra razziale? Prendete questo, Bianchi» [1].
Inseguito dalla polizia, Flanagan perde il controllo dell’auto lungo l’Interstate 66 in direzione Washington. Prima che lo possano prendere, si spara un colpo alla testa. Trasportato all’ospedale, morirà un’ora dopo [3].
L’omicida è sempre stato un tipo difficile, ovunque è andato ha creato problemi. Nel 2000 aveva denunciato un’emittente della Florida sostenendo che lo avevano discriminato arrivando a chiamarlo «scimmia». Causa finita in nulla. Da allora ha girato parecchio attraverso gli Usa. Nel suo curriculum ci sono passaggi in radio-tv a San Francisco, Florida, Texas, Georgia, North Carolina e in Virginia [4].
Guido Olimpio: «Era convinto di essere bravo nel suo mestiere ma non lo era. Se lo hanno cacciato o lasciato andare via da tante redazioni è per due ragioni. Litigava spesso e quando lo mandavano sui servizi non era il massimo. All’emittente Wdbj7 i colleghi si sentivano minacciati. La direzione era stata costretta a scrivere una lettera di richiamo minacciando il licenziamento. Inoltre lo avevano sollecitato a curarsi e a essere più professionale. Pressioni inutili. Nel febbraio 2013 hanno interrotto il contratto. Evento chiusosi con l’intervento della polizia per portarlo fuori. A uno dei dirigenti, Dan Dennison, aveva dato una piccola croce in legno dicendo: “Ne avrai bisogno”» [4].
Alla luce di quanto accaduto, appaiono inquietanti i dettagli che stanno emergendo sulla vita privata di Flanagan. Cresciuto all’ombra del padre Veston Flanagan senior, ex-star del football americano, non è chiaro se i suoi genitori, devoti testimoni di Geova, sapessero della sua omosessualità esibita con fotografie e post sui social media [5].
Una settima prima di uccidere Parker e Ward, Flanagan ha ammesso su Twitter di aver lavorato come escort quando aveva vent’anni, postando una sua foto in biancheria intima con il commento: «Sì, sono stato un “compagno” molto ben pagato. Scommetto che vi piacerebbe poter dire lo stesso!”» [5]
[**Video_box_2**]Dopo gli omicidi, su YouTube è stato trovato anche un video nel quale figurano le varie comparsate di Flanagan in televisione. Farhad Manjoo: «Pare che l’omicida sapesse molto bene che in una nazione nella quale ogni anno decine di migliaia di persone perdono la vita per le armi da fuoco, l’assassinio di due persone non avrebbe potuto diventare una notizia a livello internazionale, a meno di essere filmata. Come si dice comunemente online, “se non ci sono foto, non è accaduto”» [6].
(a cura di Luca D’Ammando)
Note: [1] Giuseppe Guastella, Corriere della Sera 27/8; [2] Federico Rampini, la Repubblica 27/8; [3] Francesco Semprini, La Stampa 27/8; [4] Guido Olimpio, Corriere della Sera 28/8; [5] Tom Leonard, Dailymail 28/8; [6] Farhad Manjoo, The New York Times 28/8.
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