Angelino Alfano (foto LaPresse)

Islamismo, non solo ordine pubblico

Redazione
Ho deciso la sua espulsione perché il soggetto manifestava la volontà di commettere azioni terroristiche e l’intenzione di andare nelle zone di conflitto in Siria”, ha detto il ministro dell’Interno Alfano commentando la notizia del cittadino marocchino Adil Bamaarouf

Ho deciso la sua espulsione perché il soggetto manifestava la volontà di commettere azioni terroristiche e l’intenzione di andare nelle zone di conflitto in Siria”, ha detto il ministro dell’Interno Alfano commentando la notizia del cittadino marocchino Adil Bamaarouf, da tempo residente a Monselice, in provincia di Padova, espulso per motivi di prevenzione del terrorismo. Bamaarouf era una minaccia per la sicurezza, secondo le autorità italiane. Eppure c’è un dettaglio che non viene mai sottolineato abbastanza dalle Forze dell’ordine, dai politici, dai media. Un dettaglio che unisce le indagini sulle esternazioni del marocchino di Monselice con gli altri arresti per terrorismo avvenuti in questi giorni: per esempio a Bruxelles (dove ieri le autorità hanno vietato i fuochi d’artificio di Capodanno per paura di attentati), ad Ankara, fino alla ricercatrice libica che a Palermo faceva propaganda jihadista sul web (arresto non convalidato dal gip che invece ha applicato l’obbligo di dimora, incredibilmente senza imporre alla reclutatrice alcun divieto di comunicazione con l’esterno).

 

Secondo gli investigatori, Bamaarouf si sarebbe sentito “oppresso e offeso per le iniziative contro i musulmani da parte di cristiani ed ebrei”. La vendetta contro il mondo occidentale, secondo il marocchino, si sarebbe dovuta consumare con “l’esplosione di Roma”. Il terrorismo e il radicalismo si fondano su una questione ideologica, che è sempre la stessa – l’odio contro l’occidente, contro Israele, contro i cristiani. Farne solo una questione di sicurezza interna è un errore grossolano, oltreché pericoloso.