Il circo giudiziario alla Tirreno Power
La procura di Savona nel marzo 2014 aveva ordinato il sequestro e quindi motivato la chiusura della centrale termoelettrica Tirreno Power di Vado Ligure occultando un documento dell’Istituto superiore della sanità (Iss), ricevuto mesi prima della richiesta di sequestro al gip, che smentiva nei contenuti e nella metodologia le perizie dei consulenti dell’accusa alla base dell’azione coercitiva della magistratura.
Del documento si vociferava da tempo ma è diventato pubblico martedì visto che la società aveva fatto richiesta di riceverlo al ministero della Salute, il quale ha chiesto e ottenuto il nulla osta dalla procura. In precedenza tale richiesta venne negata mentre “fonti della procura” dicevano alla stampa che il documento non esisteva. Il discrimine è che il titolare delle indagini, Francantonio Granero, è andato in pensione e oramai non può più gestire il dossier.
La valutazione dell’Iss, organismo super partes, si aggiunge alle critiche dell’Istituto dei tumori di Genova. L’ex presidente della regione Liguria Burlando disse che dopo il fermo la qualità dell’aria era invariata. I sindacati Cgil, Cisl e Uil ora si chiedono “per quale motivo sia stato messo in ginocchio un intero territorio, se le istituzioni sanitarie dello stato e della regione esprimono forti perplessità sulla qualità dell’indagine epidemiologica che ha portato al sequestro”. Il Foglio aveva parlato dall’inizio di un errore giudiziario. Avevamo ragione, purtroppo.
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