Sì all'accoglienza dei profughi. Ma lontano da casa. Un sondaggio per capire il nostro rapporto con l'immigrazione
Gli elettori tedeschi del Baden-Wuerttemberg, Renania-Palatinato e Sassonia Anhalt, nelle consultazioni regionali di domenica, hanno dato un segnale ad Angela Merkel. La destra anti-immigrazione, l'Afd, è cresciuta in tutti e tre i länder e, almeno stando ai sondaggi, è aumentato anche lo scetticismo della popolazione verso la politica di accoglienza verso i profughi portata avanti dalla cancelliera. Da Berlino non si annunciano però cambiamenti in tal senso. "Il governo tedesco prosegue la sua politica sui profughi, con tutte le forze, dentro e fuori il paese", ha detto il portavoce di Merkel nella mattinata di lunedì commentando i risultati elettorali.
Il problema migranti è qualcosa che non riguarda solo la Germania però, è qualcosa che riguarda tutta Europa e che ha visto i governi europei prendere una posizione. L'Italia ha sempre sostenuto la necessità di una politica comunitaria per affrontare l'emergenza, ha sempre chiesto uno sforzo comune per "dare asilo a chi lo merita, ma anche di impiegare i richiedenti in forme di lavori utili alla comunità", insomma di "trasformare questo problema in una risorsa". Un atteggiamento che stando all'ultimo sondaggio effettuato da Ixè, è condiviso dalla maggioranza degli italiani: per il 55 per cento gli intervistati infatti questo è un "fenomeno irreversibile che va trasformato in un'opportunità"; per il 54 per cento la chiusura delle frontiere di Austria e Slovenia è una scelta sbagliata.
Un atteggiamento che però cambia radicalmente alla domanda "lei ospiterebbe un profugo a casa sua?": il 24 per cento ha risposto Sì, il 74 No, il 2 per cento si è astenuto. Insomma va bene l'accoglienza, ma che sia di stato.
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