Sempre meno figli e sempre più tardi. Il triste invecchiamento dell'Italia (e dell'Europa)
Facciamo sempre meno figli e sempre più tardi. L'età media per il primo parto continua a salire ininterrottamente dagli anni Novanta ed è arrivata a superare i 31 anni e mezzo nel 2014 – ultima annata censita –, terza età più alta d'Europa: peggio di noi solo Spagna e Irlanda. Un dato che supera ampiamente i 30,7 anni della media europea e che contribuisce a determinare un'altro, ancor più preoccupante: il tasso di natalità continua a scendere. Ha toccato nel 2015 il punto più basso degli ultimi dieci anni: 478.800 sono state le nascite nello scorso anno, il 2,9 per cento in meno del 2014; 1,35 figli per donna in media, nel 2010 erano 1,46, quarant'anni erano 2,06.
Una situazione che sta vivendo la maggioranza degli stati europei. La denatalità è un problema continentale: in Portogallo ci sono 1,23 figli per donna, in Grecia 1,30, a Cipro 1,31, per Spagna e Polonia 1,32. Solo la Francia (2,01 figli per donna) si avvicina al tasso di 2,1 che permetterebbe di non far invecchiare la popolazione a prescindere la popolazione.
L'Europa invecchia, il tasso di fertilià nell'ultimo quindicennio è diminuito quasi ovunque ad eccezione di pochi casi: dal 2001 solo Svezia, Slovenia e Repubblica Ceca hanno segnato una forte crescita della percentuale delle nascite: rispettivamente più 25,6, 21,1 e 21 per cento, ma partivano tutte e tre da livelli bassissimi. Da contraltare fanno Portogallo (meno 27 per cento), Olanda (meno 13,5 per cento) e Belgio (meno 13,1 per cento).
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